Oggi si vota per il Kurdistan
Tutto quello che c'è da sapere sul referendum dei curdi in Iraq spiegato con i numeri
6 milioni
E’ la stima della popolazione curda in Iraq, chiamata oggi al voto per uno storico – e controverso – referendum sull’indipendenza da Baghdad. I curdi iracheni sono all’incirca il 17-20 per cento dell’intera popolazione del paese, che oggi è organizzato come uno stato federale. Quella dei curdi è la quarta minoranza etnica in medio oriente, spezzettata tra Turchia, Siria e appunto Iraq. Solo in quest’ultimo caso, dal 1991, le è stata riconosciuta una certa autonomia con un proprio governo. Va da sé che Baghdad si oppone alla convocazione del referendum. Un voto che per la verità non vuole nessuno, né gli altri stati della regione, né una parte della minoranza curda. E nemmeno gli Stati Uniti che hanno chiesto espressamente ai curdi di cancellare il voto.
2014
Anche se i curdi tentano di ottenere l’indipendenza sin dai tempi della caudata dell’Impero ottomano, è dal luglio del 2014 che il presidente della minoranza irachena, Masoud Barzani, ha messo in agenda una consultazione popolare per lasciare l’Iraq. Gli scontri settari di quei mesi, culminati con l’avanzata dello Stato islamico nel paese, avevano convinto Barzani che Baghdad fosse abbastanza debole da non potersi opporre alla richiesta di indipendenza da parte dei curdi. Ma quando l’Isis ha cominciato a minacciare la capitale curda di Erbil, Barzani ha congelato il suo progetto e si è unito all’esercito iracheno per combattere il Califfato.
12
Gli anni da quando Masoud Barzani, presidente del Partito democratico del Kurdistan, ricopre la carica di presidente del Kurdistan iracheno. Barzani è riuscito a ottenere per ben due volte il prolungamento del proprio mandato. E questo è uno dei motivi per cui l’opposizione – quella dell’Unione patriottica del Kurdistan – critica il referendum convocato da Barzani, perché lo considera solo un nuovo tentativo di prolungare la sua carica di presidente.
45 miliardi
E’ il numero di barili di petrolio che il Kurdistan iracheno dice di essere in grado di estrarre dal suo sottosuolo. Il greggio è la fonte di ricchezza principale dei tre governatorati curdi – e anche di Kirkuk, dove si voterà anche se è una città contesa all’Iraq. Se la stima fosse confermata, il Kurdistan iracheno supererebbe anche la Nigeria tra i paesi dell’Opec. Ma una vittoria dell’indipendenza potrebbe portare la Turchia a chiudere per rappresaglia l’oleodotto che passando da Kirkuk arriva nella città turca di Ceyhan.
Dalle piazze ai palazzi
Gli attacchi di Amsterdam trascinano i Paesi Bassi alla crisi di governo
Nella soffitta di Anne Frank