Emmanuel Macron e Angela Merkel (foto LaPresse)

L'Europa tifa Giamaica e aspetta il discorso d'intesa Macron-Merkel

David Carretta

Bruxelles non sente aria d’instabilità, e vede i lati innovativi di una nuova coalizione a Berlino. Martedì occhi verso la Sorbona

Bruxelles. Dopo l’uscita dei primi exit-poll in Germania domenica sera, Martin Selmayr, il capogabinetto del presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker, ha pubblicato un tweet con una bandiera della Giamaica tra due bandiere dell’Unione europea. Lungi dal farsi prendere dal panico per l’arretramento di Angela Merkel e l’avanzata dell’AfD, l’Ue ha le idee chiare su ciò che si attende da Berlino: una coalizione tra cristianodemocratici, liberali e verdi che mantenga il ruolo di leadership della Germania sul continente che si sta ristrutturando dopo la Brexit. Juncker ha scritto a Merkel per dirle che “mai come ora l’Europa ha bisogno di un governo forte in Germania”, ha spiegato il suo portavoce. Nella lettera di congratulazioni il presidente della commissione ha ricordato alla cancelliera quanto sia essenziale la sua esperienza a livello europeo. Emmanuel Macron ha confermato che martedì terrà un discorso alla Sorbona per delineare i suoi progetti per le riforme future della zona euro. Secondo fonti dell’Eliseo, il presidente francese spera che le sue idee possano “influenzare” i negoziati a Berlino per la formazione della coalizione. “Nessuno vuole minimizzare i risultati delle elezioni tedesche, visto che ci si attendeva un risultato migliore per la Merkel. Ma la scossa AfD non è un terremoto che mette a repentaglio la stabilità della Germania o dell’Ue”, spiega al Foglio un funzionario comunitario. Al primo turno delle presidenziali in Francia, i candidati antieuropeisti di destra e sinistra hanno ottenuto più del 50 per cento dei voti. I sondaggi in Italia indicano percentuali simili. In Germania, invece, almeno il 73 per cento dei votanti ha scelto partiti del mainstream europeo. Per l’Ue, il problema tedesco sta altrove. Tutto è pronto per aprire i cantieri su zona euro, istituzioni e immigrazione. La sintonia tra Merkel e Macron è reale. Ma le trattative in Germania potrebbero impedire ai due di consumare subito il loro matrimonio politico. E ogni mese che passa avvicina il momento in cui si chiuderà quella che Juncker ha definito “la finestra di opportunità unica” per riformare l’Ue.

 

“Più che la nuova coalizione, è la prospettiva di mesi di negoziati per la formazione del nuovo governo che spaventa, perché porterebbe di fatto alla paralisi dell’Ue”, dice l’alto funzionario. Il calendario europeo preparato dai leader durante l’estate per rilanciare l’Europa era stato calibrato sulle elezioni in Germania. Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione il 13 settembre Juncker aveva evitato di annunciare proposte in grado di animare la placida campagna elettorale tedesca. In vista di una cena dei capi di stato e di governo giovedì a Tallinn, il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha annunciato che le prime discussioni serie sulla riforma della zona euro si sarebbero dovute tenere in dicembre, per poi passare alle “decisioni concrete” entro giugno del prossimo anno. Il calcio di inizio lo doveva dare Macron con il suo discorso della Sorbona di martedì sulla “ricostruzione storica della zona euro e dell’Ue”. Secondo alcune indiscrezioni, la portata della proposta Macron sarebbe stata alleggerita dopo consultazioni con la cancelliera: non più tutto e subito, ma un orizzonte 2025 per i progetti più ambiziosi, come il bilancio autonomo della zona euro gestito da un unico ministro delle Finanze. Il discorso della Sorbona dovrebbe rassicurare i liberali dell’Fdp.

 

Molti osservatori temono che il loro ingresso al governo a Berlino metta in crisi i progetti di Macron e Merkel. Il leader dell’Fdp, Christian Lindner, lunedì ha ribadito che l’idea di un bilancio autonomo della zona euro rappresenta una “linea rossa”. Ma “sono preoccupazioni esagerate”, risponde un ambasciatore di uno stato membro: “Non sono sicuro che questa sia la priorità dell’Fdp”. Inoltre – prosegue l’ambasciatore – esiste “un consenso tra i partiti su come debba funzionare la governance della zona euro: responsabilità, riduzione dei rischi, disciplina fiscale, azzardo morale. Che si abbia una grande coalizione con l’Spd o un governo Cdu-Fdp questa cultura non cambia”. In realtà, l’ingresso dei Verdi nella coalizione guidata da Merkel potrebbe ammorbidire le posizioni austere di Berlino. Secondo il loro leader, Cem Özdemir, la Germania ha un “interesse vitale” nel programma di riforme di Macron per la zona euro. Su altri dossier europei politicamente controversi in Germania – come la riforma delle regole di Dublino sull’immigrazione, i rapporti con i paesi dell’est e il dialogo con la Turchia – la coalizione Giamaica potrebbe spingere la cancelliera a essere più ambiziosa di quanto sia stata finora in Europa. La grande paura dell’Ue è che alla cancelliera servirà molto più tempo per formare il governo che per negoziare tre salvataggi della Grecia o un accordo con la Turchia sui migranti.