La caduta
La disfatta discreta di Anthony Weiner, esibizionista notturno e uomo distrutto. “L’adulto ero io”
Anthony Weiner, ex membro del Congresso degli Stati Uniti, ex marito riabilitato dopo alcuni gravi errori, ex candidato sindaco di New York, è stato condannato a ventun mesi di prigione per avere scambiato messaggi erotici, anzi “contatti osceni”, ha detto la sentenza, con una minorenne, una ragazza di quindici anni. Lunedì scorso è rimasto seduto a lungo al tavolo della difesa, nel tribunale federale, con la faccia tra le mani. Singhiozzava. Ha detto, fra le altre cose: “Non ho scuse, l’adulto ero io”. A cinquantatré anni si è consumata la sua rovina, ma la caduta era cominciata nel 2011, quando Weiner mandò una foto semi hard non come messaggio privato ma come regalo pubblico a tutti i follower di Twitter, per sbaglio.
Si dimise dal Congresso, passò qualche giorno in un centro di riabilitazione, la moglie Huma Abedin, sempre di più braccio destro di Hillary Clinton era incinta e decisa a perdonare, lui ci ricascò con una pornostar, sempre di notte e sempre sexting, e quella volta c’era il figlio piccolo che dormiva accanto a lui. L’ultima volta fu Hillary Clinton a dire a Huma che cosa stava succedendo: durante la campagna elettorale le email della signora Clinton sono state oggetto di indagine, come conseguenza delle ricerche sul computer di Weiner. “Quell’uomo sarà la mia morte”, ha detto Huma, la “seconda figlia” di Hillary Clinton, scoppiando in lacrime, e adesso quell’indagine viene indicata come la causa della sconfitta alle elezioni: Trump avrebbe vinto perché Anthony Weiner non è riuscito a smettere di fotografare e inviare parti del suo corpo a chiunque incontrasse sui social, e alla fine, se questa sarà la fine, ha incontrato una minorenne: da trasgressore morale è diventato in pochi clic un criminale, che dopo il carcere dovrà registrarsi come “sex offender”.
Il caso si mescola alle colpe, come sempre, e questa storia è già stata spolpata e superata da mille altre storie nelle serie tivù, ma è il racconto vero di una rovina e di un’umiliazione, e come tale è stato trattato dai giornali americani, con severità ma senza dileggio, senza aggiungere morbosità al racconto. Il New York Times ha scritto: “E’ doloroso assistere alla rovina di un uomo, ma Weiner ha causato la sua stessa umiliazione”. Huma Abedin, ex moglie ormai dallo scorso maggio, ha superato la soglia del perdono e non era presente in tribunale (nel 2011 si era infilata nel portabagagli di un’auto per salvare il matrimonio agli Hamptons senza incontrare i fotografi). Ad accompagnare la caduta, solo i genitori e il fratello. E la discrezione della stampa dentro la disfatta di un uomo.