Haftar sta distruggendo il piano Minniti che aveva fermato i barconi?
Le forze del generale combattono per cacciare i gruppi alleati dell'Italia contro i trafficanti, mentre lui è a Roma
Roma. Il generale Khalifa Haftar era in visita a Roma due giorni fa e si è fatto fotografare sorridente con il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ma la questione è: stava ordinando nelle stesse ore di distruggere i risultati ottenuti dal governo italiano in Libia? La chiave di volta del piano italiano negoziato in questi mesi dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, è la città di Sabrata, sulla costa libica a metà strada tra il confine tunisino e la capitale Tripoli.
Sabrata fino a poco tempo fa era il punto di partenza più affollato dei barconi che si dirigono verso l’Italia. E’ lì che a fine luglio due gruppi armati hanno cominciato a bloccare le partenze dei migranti, il che ha fatto crollare il numero degli arrivi in Sicilia e anche quello delle morti in mare. I due gruppi armati sono la Brigata 48 e la brigata del martire Abu Anas al Dabbashi, nati come milizie ma ora integrati – come spesso succede in Libia – nelle forze fedeli al governo del presidente Fayez al Serraj. Il piano italiano prevedeva che i due gruppi, grazie a ingenti pagamenti e attraverso la mediazione del governo di Tripoli (forse questo passaggio è stato molto poco importante), cominciassero a fare la lotta contro i trafficanti – gli stessi trafficanti che hanno facilitato per anni. Lo schema ha funzionato subito, ma adesso è stato spezzato: da giorni a Sabrata è cominciata una battaglia, con circa venti morti, tra le due unità pro Serraj (e quindi pro Italia) e il cosiddetto Comando operativo contro lo Stato islamico, un terzo gruppo armato che si occupa della lotta al terrorismo.
All’inizio si è detto che era una questione di gelosia, il Comando si sentiva tagliato fuori dal lucroso accordo antibarconi. Ma il Comando è formato da uomini che stanno con Haftar. Non solo, ma nel frattempo, secondo un esperto di operazioni militari in Libia consultato dal Foglio, Haftar ha spostato le sue forze speciali, chiamate al Saiqa, nella base aerea di al Watiyah, non troppo lontana da quel tratto di costa. Da al Watiyah hanno anche fatto sapere di essere pronti a bombardare il nemico (che sarebbero i gruppi che bloccano i barconi). Inoltre, truppe di Haftar si sono mosse da Bani Walid verso Sabrata, pronte a dare manforte se le forze di Haftar prenderanno la città e cacceranno i gruppi di cui Tripoli e Roma avevano comprato l’alleanza (forse per mettersi al loro posto). Il piano italiano per fermare i migranti e trasformare il governo Serraj in un interlocutore internazionale credibile rischia di andare in fumo.