Non c'è pace per la memoria di Anna Frank, in Germania le dedicano un treno
L'iniziativa, annunciata con buoni propositi dalle ferrovie tedesche, manca quanto meno di tatto. Il nuovo scandalo dopo il caso dei tifosi della Lazio
Berlino. Non c’è pace per la memoria di Anna Frank. Dopo le figurine sulle quali è stata raffigurata con indosso la maglia della AS Roma per mano di qualche supporter mentecatto della Lazio, un nuovo caso arriva dalla Germania. Deutsche Bahn AG, la società ferroviaria pubblica tedesca, ha proposto di intitolare un treno alla bambina ebrea di Francoforte diventata con il suo diario scritto ad Amsterdam uno dei simboli della Shoah.
Più in particolare, DB intendeva chiamare “Anna Frank” il treno ICE 4, quello di ultima generazione fra i treni made in Germany. Il convoglio raggiunge “soltanto” 250 km/h, il che lo rende un po’ meno performante dei suoi predecessori ma anche meno ingordo di energia. Per celebrare la messa “su rotaia” del gioiellino ecologico, DB aveva lanciato un concorso per il miglior nome. Il 27 ottobre le ferrovie informavano che fra le 19.400 proposte ricevute – “questo è un treno sviluppato assieme ai passeggeri”, spiegava l’ad Birgit Bohle – 25 erano state selezionate dalla giuria creata ad hoc. Invece che optare per Konrad Adenauer, Hannah Arendt, Ludwig van Beethoven o Thomas Mann, la commissione presieduta dalla professoressa di Gender studies dell’Università di Jena, Gisela Mettele, ha scelto il nome della ragazzina assassinata a Bergen-Belsen nel 1945.
Le intenzioni di DB e dei suoi giurati erano evidentemente opposte a chi in Italia ha usato il nome di Anna Frank come insulto da stadio: onorare il nome di una vittima innocente anziché brandirlo sugli spalti. Tuttavia l’eccesso di politically correctness nato dall’incontro fra un treno ecologico e una docente di Studi di genere ha fatto perdere di vista un dettaglio colossale: le ferrovie del Terzo Reich hanno avuto un ruolo primario nel funzionamento della macchina dello sterminio. Basti ricordare il termine “treni piombati” o l’esistenza alla stazione della metropolitana di Grünewald, nell’ovest della capitale tedesca, di un binario (il famigerato Gleis 17) dedicato negli anni più bui d’Europa alla esclusiva deportazione degli ebrei berlinesi.
“Sono l’unica a trovare strano che il successore legale della Reichsbahn”, le ferrovie del Reich, “chiamino Anna Frank un treno?”, ha ben sintetizzato su Twitter l’utente tedesca @die_rote_frau. “Meglio Anna Frank che Adolf Hitler”, le ha risposto un altro, ma intanto la gaffe era fatta. Per la deputata della Cdu Iris Eberl, la proposta di DB “è irrispettosa”. “Siamo consapevoli delle buone intenzioni dietro alla scelta”, scrive da Amsterdam la Fondazione Anna Frank nel ricordare tuttavia che la combinazione del nome e del treno “evoca ricordi dolorosi” alle persone che hanno subìto le deportazioni, e “provoca rinnovate sofferenze” a chi ancora subisce le conseguenze di quel tempo.
L’ultima parola spetta all’ultima nota diffusa da DB: “Abbiamo sempre esaminato criticamente la nostra storia” e “se abbiamo ferito i sentimenti di qualcuno, siamo dispiaciuti”. DB promette di “prendere seriamente in considerazione le preoccupazioni diffuse nel pubblico” e assicura di aver aperto un canale di consultazione con le organizzazioni ebraiche.
Dalle piazze ai palazzi
Gli attacchi di Amsterdam trascinano i Paesi Bassi alla crisi di governo
Nella soffitta di Anne Frank