Il gigante del Midwest si mangia il Time, con l'aiuto dei fratelli Koch
L'intrigo politico dietro la manovra editoriale
New York. Ci sono entrambi gli zampini dei fratelli Koch nella vendita del Time al gruppo Meredith, ma i “sons of Wichita”, leggendari finanziatori di cause conservatrici, si giustificano dicendo che nessuno del gruppo sarà rappresentato nel board. Si tratta soltanto di un “investimento finanziario passivo” del loro private equity, che ha messo sul piatto 650 milioni di dollari in un affare da tre miliardi. I Koch “non avranno alcuna influenza sulle operazioni editoriali o manageriali”, dice il gruppo, ma gli scettici ricordano che Meredith era già pronto a comprare Time Inc., che controlla fra le altre cose Time, Fortune e Sports Illustrated, nel 2012, ma all’ultimo momento l’affare era sfumato. Gli acquirenti non volevano rilevare la testata storica e storicamente in perdita. Cosa mancava per decidersi? I capitali e la protezione politica dei fratelli Koch, kingmaker repubblicani che nella loro vasta galassia filantropica non mancano di concordare, in alcune istanze, con battaglia di segno politico opposto, ad esempio la lotta all’incarcerazione di massa.
Il riverito magazine dell’establishment, per decenni espressione della sinistra colta e urbana, finisce nell’orbita, benché nominalmente “passiva”, dei giurati nemici dell’élite della East Coast. Si vedrà se la neutralità dei Koch sarà confinata soltanto ai comunicati stampa, ma qualcuno ha fatto notare che il sistema di partecipazione e incasso di dividendi ricorda molto quello utilizzato da Carlos Slim per entrare nel New York Times. In entrambi i casi, riesce difficile pensare che gli operatori si muovano secondo una pura logica di profitto. E’ una curiosa coincidenza che giusto qualche giorno fa Donald Trump abbia ingaggiato un duello con il Time, che a suo dire gli ha offerto il riconoscimento di “persona dell’anno”, ma lui, sprezzante, ha rifiutato l’onore (il Time naturalmente nega, e svelerà la sua scelta il 6 dicembre). Il passaggio di mano di Time Inc. non ha soltanto un significato politico, si tratta di una svolta culturale molto più vasta e profonda degli addentellati dei fratelli Koch. Quando due laureati di Yale, Henry Luce e Briton Hadden, lo hanno fondato nel 1923 immaginavano un settimanale che fosse espressione del ceto riflessivo ma anche mondano.
Accanto alle notizie politiche e di cronaca, esposte in modo conciso, trovavano spazio i racconti dei personaggi e dei rituali della società newyorchese, con punte di leggerezza giudicati da taluni eccessivi per gli standard dell’epoca per una pubblicazione generalista. Time è stato dall’inizio l’espressione del mondo di New York, un mondo di affari e stellari dinastie di potere, ma anche di pettegolezzi e intrighi cortigiani. Per questo l’impero del Time si è poi espanso lanciando Life, pubblicazione con ampio spazio alle fotografie iconiche, dove fra le altre cose è stata creata l’epica kennediana di Camelot, e poi inglobando People, la bibbia del popolo ammaliato dalle celebrità. L’universo che Meredith rappresenta non potrebbe essere più distante. Il gruppo ha sede a Des Moines, in Iowa, zona rurale e ultraconservatrice dove si leggono molti giornali e dove si comincia la corsa delle primarie. Il fondatore, Edwin Meredith, era un candidato del Partito populista che Woodrow Wilson ha voluto come ministro dell’Agricoltura. E’ negli ambienti campestri che sono venute le migliori idee per pubblicazioni di settore che hanno avuto un successo enorme, anche se non vengono citate spesso nella stampa mainstream. Better Homes and Gardens è la settima rivista americana, con oltre il doppio dei lettori del Time. Testate come Midwest Living, Living the Country Life, Family Circle, Eating Well,Diabetic Living chiariscono la vocazione editoriale di questo colosso silenzioso che negli anni si è accaparrato anche una ricca serie di emittenti locali, mezzi spesso sottostimati nel vasto mercato americano. Lo scorso anno Meredith ha fatturato 1,6 miliardi di dollari e ora si è comprato il magazine in crisi nera dei potenti e degli uomini di mondo.
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