Evo Morales (foto LaPresse)

Il "golpe" di Evo Morales, che potrà ricandidarsi per la quarta volta

Maurizio Stefanini

Il presidente boliviano ottiene il via libera dal tribunale costituzionale, nonostante un referendum avesse bocciato la sua proposta

Il Tribunale costituzionale boliviano ha autorizzato Evo Morales a ricandidarsi per la quarta volta, malgrado il referendum con cui, il 21 febbraio del 2016, il 51,3 per cento dei votanti aveva rigettato la proposta di riforma costituzionale dell'articolo 168, che impedisce più di due ricandidature consecutive per il presidente e il vicepresidente.

 

 

Anche Hugo Chávez era stato sconfitto a un referendum del genere, ma se non altro inventò un cavillo per fare una nuova consultazione che gli permise di ricandidarsi ed essere eletto per un nuovo mandato (salvo morire prima di potersi insediare). Evo Morales è stato più spiccio e del referendum se ne è direttamente infischiato. Da una parte ha fatto dichiarare che la Costituzione vìola l'articolo 23 della Convenzione americana dei Diritti umani, secondo cui a nessuno dovrebbe essere negato il diritto di essere eletto. “Perché Angela Merkel può fare un quarto mandato e io no?”, aveva scritto nel Tweet con cui si era congratulato con la cancelliera per il risultato elettorale in Germania. Dall’altra, ha spiegato che i boliviani avevano comunque votato no al referendum perché “ingannati dalle fake news”. In effetti il voto si era tenuto durante lo scandalo di Gabriela Zapata Montaño, una ex di Morales che dopo essere stata lasciata si era reinventata imprenditrice rampante e faccendiera, utilizzando le sue entrature per ottenere appalti da oltre 566 milioni di dollari, per poi finire in galera e inventare la telenovela di un figlio segreto del presidente. Dunque, secondo il governo “la gente aveva votato perché ingannata da una campagna contro Morales montata dalle opposizioni”.

  

Ora l’opposizione boliviana parla di “golpe” e di “rottura dell’ordine democratico”, mentre vari giuristi denunciano l’”aberrazione giuridica” di un Tribunale costituzionale che non interpreta la Costituzione ma addirittura la riscrive. Ma il fatto è che Morales teme di non avere eredi affidabili, e si blinda a suo modo. Per evitare di fare la fine del Venezuela, dove la morte di Chávez ha consegnato il potere a un erede la cui incapacità è sempre più evidente, o dell'Ecuador, dove Rafael Correa ha passato la mano a un delfino con cui alla fine è entrato in conflitto.

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