Il figlio di Allah
Dal “Gesù musulmano” dello Spiegel alle scuole che lo aboliscono. Il Natale è stato un tripudio multiculturale
Roma. “Assistiamo a una specie di snaturamento del Natale in nome di un falso rispetto di chi non è cristiano”, ha denunciato ieri Papa Francesco. Nelle stesse ore usciva l’edizione natalizia del settimanale tedesco Spiegel. Una celebrazione in copertina di “Gesù, il Musulmano”. L’autore dell’articolo, Dietmar Pieper, scrive che “le due religioni sono molto vicine”. I musulmani adoravano non solo Abramo, ma anche Gesù e Maria. La cover può essere capovolta: il lettore vede Gesù o il suo omologo musulmano, Issa. Follia? Sì, ma anche un trend in Europa.
Molti mercatini di Natale quest’anno hanno cambiato nome nell’edulcorazione: “Amsterdam Winter Parade”, “Brussels Winter Pleasures”, “Kreuzberger Wintermarkt”, “London Winterville”, “Munich Winter Festival”. In Inghilterra, la chiesa di Tutti i santi di Kingston ha celebrato la nascita di Maometto. La preghiera islamica è stata seguita dal taglio della torta di compleanno del fondatore dell’islam. In Francia, alla scuola di Langon è stata sospesa la visione del cartone “Gli eroi del Natale” perché “troppo poco laico”. In Scozia, il governo è stato accusato di “minare” l’eredità cristiana della Gran Bretagna promuovendo i “festival invernali” per le minoranze etniche ignorando il Natale. Il ministro dello sviluppo internazionale della Scozia, Alasdair Allan, aveva promesso 400 mila euro per finanziare ventitré eventi durante i mesi invernali. Un programma “eccitante e diversificato”, ma senza alcun collegamento con il Natale. In Danimarca, la scuola di Graested ha cancellato le festività natalizie per non offendere le minoranze. Il primo ministro danese, Lars Lokke Rasmussen, che ha frequentato la scuola da bambino, ha chiesto invano di rivedere la decisione. “Abbiamo una grave mancanza di autostima, siamo un paese cristiano con le nostre tradizioni e non dovremmo sacrificarle in nome del multiculturalismo”, ha detto Marie Krarup del Partito popolare danese. In Francia, a Lione, il mercatino di Croix-Rousse è stato cancellato per i costi della sicurezza. Anche questa è una forma di islamizzazione del Natale come avviene in molte parti in Europa. A Potsdam, il mercatino è stato chiuso per una minaccia, come a Bonn.
In Belgio, il capo della Croce rossa di Liegi ha ordinato ai 28 uffici della città di togliere il crocifisso. In Germania, una scuola di Lüneburg, il Johanneum Gymnasium fondato seicento anni fa, ha rimandato la festa di Natale dopo che uno studente musulmano si è lamentato del fatto che i canti natalizi a scuola erano incompatibili con l’islam.
Il caso della scuola norvegese
In Norvegia, una scuola elementare di Skien ha incluso non solo la solita lettura da parte degli alunni della Bibbia, ma anche due versetti del Corano che si riferiscono a Gesù, come da copertina dello Spiegel. Il giornalista americano Bruce Bawer, che oggi vive a Oslo, ha parlato di “un altro esempio di dhimmitude: la sottomissione europea all’islam”. In Spagna, il Consiglio comunale di Madrid ha sostituito le festività natalizie nella capitale con una “Fiera internazionale delle culture neo-pagane”. Secondo il sindaco di Madrid Manuela Carmena, lo scopo dell’evento è quello di scristianizzare il Natale per renderlo più “inclusivo”: “Sappiamo tutti che il Natale è un festival di origine religiosa, ma è anche una celebrazione dell’umanità, della solidarietà. Pertanto, il Comune di Madrid vuole fare tutto il possibile affinché tutti quelli che sono in questa città, ovunque si trovino, possano godersi il Natale”. E’ stato un bel Natale con l’hijab.