Perché gli oligarchi russi comprano passaporti maltesi a 650.000 euro
Malta offre la possibilità, comoda ma costosa, per aggirare le sanzioni europee
Era il 2013 quando il governo di Malta per rimpinguare le casse statali e affrontare la crisi aveva deciso di vendere la cittadinanza a 650.000 euro, offrendo ai grandi imprenditori il passaporto nella speranza che con i loro investimenti potessero aiutare l’economia. Il programma, approvato dall’Unione europea, si chiama “Cittadinanza in cambio di investimenti”, o come meglio aveva sintetizzato il Financial Times nel titolo di un articolo uscito a dicembre 2013: “Cash for passports”.
Il risultato è che, a fine dicembre 2017, secondo un elenco stilato dal governo maltese, 730 russi hanno acquisito il passaporto maltese e quindi europeo. Tra loro ci sono nomi notevoli, magnati, oligarchi, businessman quasi tutti presenti nell’annuale classifica redatta da Forbes degli uomini più ricchi del mondo. Arkady Voronezh, fondatore del Google russo Yandex; Aleksander Mechetin, proprietario di uno dei marchi di vodka più venduti, la Beluga; Boris Mints, magnate della società d’investimenti 01 Properties, Aleksander Nesis, comproprietario della banca russa Otkritie e della società di investimenti specializzata in estrazione di metalli preziosi ICTS Holding Ltd e Gleb Mishin, ex presidente della Lenovo. Tutti questi 730 russi hanno versato 650.000 euro a un fondo di sviluppo nazionale, il National development Fund, 150.000 per l’acquisto obbligatorio di titoli di stato maltesi e almeno 350.000 per entrare in possesso d’immobili sull’isola. Dal 2013 Malta è diventata la porta dell’Europa per i businessmen russi che, con il passaporto maltese, potranno muoversi liberamente, senza visto.
Come riportano diverse testate internazionali, tra cui Politico Europe, i critici sostengono che il programma mina il concetto di cittadinanza europea, pone dei rischi per la sicurezza e, soprattutto, agli gli uomini d’affari russi, offre una via d’uscita per aggirare l’ostacolo delle sanzioni contro il loro paese. All’indomani della proposta avanzata dal governo maltese, il Financial Times scriveva: “Gli stati europei dovrebbero reagire in qualche modo”. Tutti sapevano, e temevano, che il programma messo a punto da Malta avrebbe generato molte preoccupazioni tra i paesi dell’Ue. Un cinese o un russo che ottengono il passaporto maltese diventano europei. Ogni stato Ue mantiene l’autonomia nel determinare quali criteri sono necessari per ottenere la cittadinanza, però, sostiene il Financial Times, “bisognerebbe stabilire dei criteri comuni, dei requisiti minimi, accettati da tutti i paesi, prima che uno stato assegni a dei cittadini non Ue il passaporto”. Il rischio è che i paesi europei, soprattutto quelli con problemi economici, si lancino in una competizione a chi offre la cittadinanza ai ricchi investitori nel modo più semplice.
Quando nel 2014, Malta diede il via al programma, aveva scommesso sulle 200 cittadinanze l’anno, la lista pubblicata con i nomi dei 730 russi, indica che le aspettative sono state ampiamente superate e lo stato ha incassato più di 500 milioni di euro solo da parte di Mosca. Banche, energia, petrolio, infrastrutture. Sono molti gli interessi che i russi hanno sviluppato in Europa. Ora, grazie al governo maltese, hanno anche portato a termine il sogno storico dello sbocco al centro del Mediterraneo.
I conservatori inglesi