Uno spot della Bulgaria manda in tilt lo pseudo femminismo #Metoo
Un'europarlamentare insorge contro un filmato che promuove la presidenza di Sofia all'Ue, accusandolo di sessismo. Ma alla base c'è un equivoco. E una certa dose di ignoranza
Bruxelles. Lo pseudo-femminismo rabbioso del #Metoo ha trovato un nuovo bersaglio da abbattere: il modo in cui gli uomini e le donne bulgare esprimono i loro “sì” e “no” con la testa. Un video pubblicato dalla Bulgaria per promuovere il paese in occasione della sua presidenza di turno del Consiglio dell'Unione Europea ha provocato una dura reazione di un'influente eurodeputata francese, la verde Karima Delli, conosciuta per il suo impegno a favore delle donne e presidente della commissione Trasporti all'Europarlamento, che ha chiesto il ritiro del filmato in nome del rispetto delle donne. All'inizio del video un ragazzo straniero incontra una ragazza bulgara su un treno, ma al primo scambio di sguardi e parole la ragazza reagisce scuotendo la testa da destra verso sinistra come se dicesse “no”. “Bulgaria, quando la incontri per la prima volta, puoi ricevere il messaggio sbagliato. Qui un 'no' può voler dire 'sì'”, spiega la voce fuoricampo: “Non sta cercando di confonderti. Ti sta invitando a scoprirla”. Il video prosegue con il ragazzo che insegue la ragazza, per poi percorrere insieme il paese e le sue bellezze, e alla fine innamorarsi.
La storia e le immagini del video sono brillanti. La provocazione pure. E Delli e altri ci sono caduti in pieno, ma per le ragioni sbagliate. “Contrariamente a ciò che pretende questo video ufficiale del Consiglio dell'Ue di cui la Bulgaria prende la presidenza questo mese: un 'no' non vuole dire mai 'sì'!”, ha scritto Delli su Twitter.
Contrairement à ce que prétend ce clip officiel du Conseil de l' #UE dont la #Bulgarie prend la présidence ce mois-ci : un "non" ne veut jamais dire "oui"! (22'). Règle de base du #consentement et du respect des #femmes.
— Karima Delli (@KarimaDelli) 10 gennaio 2018
Je demande son retrait #metoohttps://t.co/dqffay4XYL pic.twitter.com/9QsqgimPfE
Secondo Delli questa è la “regola di base del consenso e del rispetto delle donne”. In nome di #Metoo, l'eurodeputata Verde ha chiesto il “ritiro” del video, ottenendo un certo consenso su Twitter e altrove (Dimitar Lilkov ricercatore del Martens Centre ha fatto una richiesta simile, mentre Politico.eu vi ha dato un certo risalto). Peccato che, all'opposto di quanto accade in gran parte del resto d'Europa, in Bulgaria il gesto per dire “no” con il capo prevede di muovere la testa dall'alto al basso. Allo stesso modo, se i bulgari vogliono dire “sì” scuotono il capo da destra verso sinistra. E' proprio come dice il video: la Bulgaria è diversa da come si pensa, è un paese dove agli occhi di uno straniero un “no” può voler dire “sì”, e alla fine Delli è riuscita a dimostrare solo la sua ignoranza della cultura europea. Ma, in nome di #Metoo, forse farà una direttiva per invertire il senso della gestualità bulgara.
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