Cosa dobbiamo aspettarci dall'incontro tra May e Macron
Il presidente francese vola a Londra: sul tappeto la cooperazione militare in Africa, l'immigrazione e (in via ufficiosa) la Brexit
Emmanuel Macron e Theresa May si incontreranno oggi nella base militare di Stardhust, a sud di Londra, per un breve summit nel quale saranno discussi gli accordi in vigore tra i due paesi e, naturalmente, parte della fase due dei negoziati per la Brexit.
I dossier che saranno affrontati dai due leader sono molti, addolciti dal prestito che la Francia ha accordato al Regno Unito dell’arazzo di Bayeux. L’opera d’arte, realizzata nell’XI secolo, in lino, racconta la battaglia di Hastings, i suoi preparativi e la successiva conquista della Gran Bretagna da parte del normanno Guglielmo il Conquistatore, unico generale in grado di invadere con successo l’Inghilterra. Secondo il Times, l’arazzo sarà prestato entro i prossimi cinque anni. Il presidente francese, molto attento alla simbologia specialmente nelle relazioni diplomatiche, ha voluto mostrare i legami tra i due paesi, a lungo rivali e adesso stretti alleati in particolare dal punto di vista militare.
Macron e May discuteranno della cooperazione militare nel Sahel, la striscia di terra grande quanto l’Europa che l’esercito e le forze speciali francesi, composte da circa quattromila uomini e aiutate dai paesi africani circostanti, dall’esercito tedesco e da quello americano, pattugliano in funzione antiterrorismo. La Francia vorrebbe, come riporta il giornalista dell’Opinion Jean-Dominique Merchet, “ancorare risolutamente il Regno Unito nella cooperazione europea” nonostante la Brexit, ed è per questo che i britannici invieranno un contingente di supporto all’operazione Barkhane e soprattutto almeno tre elicotteri pesanti Chinook, mezzi dei quali l’esercito francese ha urgente necessità. In cambio la Francia si è impegnata a inviare suoi soldati in Estonia, nel quadro della missione Nato nel Baltico. Nell'incontro, Macron e May studieranno anche possibili sviluppi dell’accordo di collaborazione militare di Lancaster House, concluso nel 2010 ma, a quanto sembra, non saranno annunciati particolari passi in avanti nella creazione del drone militare franco britannico come invece l’industria francese si aspettava.
Il secondo punto in discussione è un “aggiornamento” del trattato del Touquet, che regola la gestione della frontiera franco-britannica tramite i “controlli giustapposti”: agenti inglesi controllano i passaporti a Calais e a Gare du Nord, dove parte l’eurostar Parigi-Londra; agenti francesi operano invece a Dover e a St.Pancras. Il principio non sarà cambiato, come chiedono alcuni in Francia, stanchi di dover gestire sul proprio territorio le decine di migliaia di migranti che cercano di attraversare la Manica per raggiungere il Regno Unito, ma Londra dovrebbe concedere più soldi alle autorità francesi e snellire le procedure di ingresso.
Macron va a Londra principalmente per occuparsi dei rapporti bilaterali tra Francia e Regno Unito ma non può sfuggire al ruolo di portavoce ufficioso dell’Unione europea. Dall’Eliseo assicurano che la Brexit non è all’ordine del giorno in quanto è competenza di Bruxelles, ma di sicuro i due leader ne discuteranno, anche perché la Francia è il paese europeo che per primo sarebbe coinvolto dagli effetti negativi di una hard Brexit. Durante la campagna elettorale, Macron aveva promesso che sarebbe stato “duro” sulla Brexit, ma dalla sua elezione a oggi si è rivelato molto più conciliante, almeno nelle dichiarazioni pubbliche. I britannici, dal canto loro, intendono utilizzare questo vertice per dimostrare di essere in grado di portare avanti accordi bilaterali soddisfacenti con gli stati dell’Unione ma si fidano poco dei francesi. Non è un segreto che Parigi veda nella Brexit anche un’opportunità sia per l’aumento del proprio peso specifico in Europa, sia per la possibilità di rubare alla city di Londra investimenti e posti di lavoro.