Kim Yo-jong col fratello Kim Jong-un

L'arma segreta di Kim Jong-un non è la Bomba ma la sorella

Giulia Pompili

Il leader nordcoreano manda alla cerimonia d'apertura delle Olimpiadi al Sud la giovane Kim Yo-jong. E' la "sua Ivanka"

Roma. Il ministero dell’Unificazione di Seul ha fatto sapere mercoledì i nomi più importanti della delegazione di ventidue alti ufficiali nordcoreani che venerdì parteciperanno alla cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Pyeongchang. Come già annunciato dalla stampa, a guidare la delegazione sarà Kim Yong-nam, che da vent’anni è il presidente del praesidium dell’Assemblea popolare suprema – primario organo legislativo del paese – il che fa di lui il capo dello stato. Sarà accompagnato da sedici ufficiali, da tre giornalisti, e da Choe Hwi, personaggio noto della leadership perché da tempo a capo del dipartimento della Propaganda, che soltanto a fine dicembre (probabilmente proprio in vista delle Olimpiadi) è stato nominato a capo del Comitato per lo sport. La vera notizia, però, è che nella delegazione ci sarà un’altra figura – non esattamente così alta in grado, nella gerarchia della Repubblica popolare di Corea, ma molto più importante a livello mediatico. Se tutto va come previsto, domani dovrebbe mettere piede in Corea del sud anche Kim Yo-jong, la trentenne sorella minore del leader nordcoreano Kim Jong-un. E non è un caso che sia proprio lei il volto della dinastia Kim a presenziare questa nuova fase di danza diplomatica tra Seul e Pyongyang. A fine ottobre la giovane Kim è stata elevata di grado, nominata ufficialmente membro del Politburo. Secondo quanto riportato dai media sudcoreani, Kim Yo-jong avrebbe di fatto sostituito un’altra donna di famiglia, la potentissima zia Kim Kyong Hui – sorella di Kim Jong-il, figlia del presidente eterno Kim Il-sung, e soprattutto moglie del famoso zio che non è mai stato sbranato dai cani ma epurato nel 2013 per via dei suoi rapporti molto stretti con Pechino, Jang Song-thaek. Sempre secondo i media sudcoreani, nel 2015 Kim Yo-jong avrebbe sposato il secondo figlio di Choe Ryong-hae, che lo scorso anno il leader supremo ha trasformato in vicecomandante in capo dell’esercito, rendendolo di fatto uno degli ufficiali più potenti.

 

Attualmente sono 473 i nordcoreani che si trovano già al Sud per i Giochi. Ci sono le atlete dell’hockey, la squadra di cheerleader e di taekwondo, l’orchestra che terrà i concerti celebrativi. L’arrivo di Kim Yo-jong però sta creando non pochi problemi al cerimoniale di queste Olimpiadi – che sembravano le più noiose di sempre e si sono trasformate improvvisamente in un “game changer” reale per l’Asia-Pacifico. E’ la prima volta dal 1953, cioè dall’anno dell’armistizio dopo la Guerra di Corea, che un membro della famiglia di Kim mette piede in Corea del sud. Anzitutto il problema riguarda le sanzioni economiche: la delegazione non può viaggiare con Air Koryo, la compagnia di bandiera nordcoreana, perché è sotto embargo. Eppure, ha detto mercoledì il ministro dell’Unificazione di Seul, Kim Yong-nam ha 91 anni “e pensiamo che sia troppo faticoso per lui viaggiare via terra”. Forse prenderanno un charter di Asiana, “coordinandoci con l’America” per fare delle eccezioni sulle sanzioni, ha fatto sapere il ministero. Per Kim Jong-un è un altro colpo strategico: insieme al vicepresidente americano Mike Pence, la delegazione di Washington comprenderà anche la figlia di Donald Trump, Ivanka, e secondo il ministro dell’Unificazione di Seul “la Corea del nord potrebbe aver preso a esempio altri casi in cui i leader hanno inviato altri membri della famiglia alle Olimpiadi”.

 

L’obiettivo americano della denuclearizzazione, però, resta fermo. Mercoledì il vicepresidente Pence, che fino a domani sarà a Tokyo, ha detto che presto l’America svelerà le più “dure e aggressive sanzioni contro Pyongyang. Fate sapere al mondo questo”, ha detto ai giornalisti prima del vertice con il primo ministro Shinzo Abe, “continueremo a intensificare la nostra strategia di massima pressione fino a che la Corea del nord non farà passi concreti nella direzione di una denuclearizzazione completa, verificabile e irreversibile”. E poi, sulla riapertura di un dialogo in vista delle Olimpiadi ha detto che “non lasceremo che la propaganda nordcoreana dirotti il messaggio e le immagini delle Olimpiadi di Pyeongchang”.

  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.