Martin Selmayr (foto LaPresse)

Caso Selmayr, il Parlamento Ue prepara 139 domande per Juncker

David Carretta

La commissione Controllo di bilancio dell'Europarlamento (Cocobu) dà il via alla sua inchiesta sulla nomina dell'ex capo-gabinetto del presidente a Segretario generale della Commissione europea

Bruxelles. La commissione Controllo di bilancio del Parlamento europeo oggi dà il via alla sua inchiesta sulla nomina dell'ex capo-gabinetto di Jean-Claude Juncker, il tedesco Martin Selmayr, a Segretario generale della Commissione europea. Primo compito, e primo test della determinazione dell'Europarlamento, è la redazione di una lista di domande scritte da sottoporre allo stesso Juncker. Una prima bozza, circolata ieri e di cui Il Foglio è entrato in possesso, indica gli schieramenti in campo. La presidente Ingeborg Gräßle, tedesca del Partito Popolare Europea, si è concentrata sui precedenti e le procedure. Come andò nei casi di David D' Sullivan, Catherine Day e Alexander Italianer, i tre predecessori di Selmayr sulla poltrona più importante dell'amministrazione dell'esecutivo comunitario? Com'è andata invece per Selmayr? Quanto tempo ci è voluto per prendere la decisione? Quando è stato informato il collegio dei commissari? Qual è stato il ruolo della Commissione? Le risposte sono già state date, almeno in parte, dai portavoce dell'esecutivo comunitario. Fonti della squadra Juncker negli scorsi giorni si sono detti fiduciosi che Gräßle riesca a insabbiare l'inchiesta. La presidente della commissione Controllo di bilancio, più che contestare Selmayr, sembra intenzionata a scavare su altre decisioni prese nell'ambito del pacchetto di nomine adottato dalla Commissione europea il 21 febbraio insieme alla scelta del nuovo Segretario generale: declassamento di 3 Direttori Generali a Consiglieri Hors Class con “nuove competenze dubbiose”, prolungamento della carriera di Italianer per un mese, promozione della cipriota Themis Christophidou alla testa della Direzione Generale Educazione malgrado non ne avesse i titoli.

 

 

Le domande poste da una altro esponente dei popolari, mostrano che il Ppe è spaccato sul caso Selmayr. Il ceco Tomas Zdechovsky è stato più netto nei giudizi politici mascherati dietro ai punti interrogativi: la promozione “sbrigativa” di Selmayr è stata “non trasparente” e “circondata dal segreto” e fornisce “carburante per l'euroscetticismo”. Juncker si rende conto che questa decisione “ha diminuito la credibilità non solo della Commissione europea e la posizione del presidente, ma anche la fiducia nell'Ue nel suo insieme?”, chiede Zdechovsky. Le domande del gruppo dei Socialisti&Democratici riflettono posizioni ancora più dure e rivelano altri piccoli scandali legati a Selmayr. “Come nuovo segretario generale, una delle prime decisione di Selmayr è stata di bloccare le proposte per portare un certo numero di Stati membri davanti alla Corte europea di giustizia per la violazione dei loro obblighi sulla direttiva Aria Pulita. Perché questa decisione è giustificata?”, hanno chiesto i socialisti. Tra le righe, c'è anche un invito all'autosospensione: “la Commissione è pronta a accettare che la nomina di Selmayr debba essere sospesa fino al completamento delle inchieste della Cocobu o dell'inchiesta del mediatore europeo?”. Il gruppo dell'Alleanza dei Liberali e Democratici Europei incalza con domande procedurali e sostanziali. L'olandese Dennis De Jong, del gruppo dei comunisti, chiede di fornire tutti (ma proprio tutti) i documenti, compresi quelli sulla strategia comunicativa e i contatti con i giornalisti “al fine di calmare la situazione”. Il gruppo dei Verdi vuole – tra le altre cose – dichiarazioni scritte dei commissari su quando e come sono stati informati della proposta di nominare Selmayr.

 

Tra le 139 domande presentate dai gruppi, che la Cocobu dovrà selezionare e razionalizzare prima di inviare a Juncker, ci sono anche interrogativi politici importanti sulla collegialità delle decisioni dentro la Commissione e su come garantire l'indipendenza e l'imparzialità di un Segretario generale che ha dimostrato di voler esercitare un ruolo politico. Nel frattempo, il diretto interessato ha fatto la sua prima comparsa pubblica a un evento organizzato dalla rappresentanza del Lander tedesco dell'Hesse per un dibattito con lo scrittore austriaco Robert Menasse. Secondo il racconto di Politico.eu, Selmayr è sembrato “nervoso” quando si è trattato di difendere la sua nomina, sostenendo che tutti e 28 i commissari avrebbero detto “vogliamo che Selmayr sia Segretario generale” (secondo un altro testimone oculare, il nuovo Segretario generale avrebbe raccontato di essere stato applaudito e complimentato da tutto il collegio). In quello che potrebbe sembrare un avvertimento all'Europarlamento che con le nomine politiche non scherza, Selmayr avrebbe ricordato che “la Commissione ha il diritto di prendere una decisione di questo tipo. Per esempio il Parlamento europeo nomina il suo di Segretario generale”. Politico.eu ha spiegato che Selmayr si è lanciato in teorie complottiste per spiegare le reazioni alla sua nomina. Lo scrittore Menasse, in un'intervista all'Euobserver, ha invece centrato il punto politico. Selmayr ha “un incarico estremamente importante, con un potere incredibilmente grande, più grande del potere del presidente della Commissione” e dentro l'esecutivo comunitario si sta assistendo a “sviluppi incontrollati di posizioni di potere”.