Perché oggi si protesta in Polonia
Solo a Varsavia sono scese in piazza 33 mila persone per manifestare contro le riforme del PiS
Oggi la Polonia è in sciopero. Scioperano le donne per le nuove restrizioni all’interruzione di gravidanza, scioperano i giudici per la riforma della magistratura, sciopera la comunità ebraica contro la legge sulla memoria dell’Olocausto e sciopera chiunque non si senta rappresentato dal governo nazionalista del PiS. Diritto e giustizia è il partito che dal 2015 decide quali saranno le sorti della democrazia polacca, ha una maggioranza quasi schiacciante in Parlamento e finora quasi tutti i disegni di legge proposti sono andati a buon fine. I partiti di opposizione non sono sufficientemente rappresentati e a nulla è valsa la minaccia della Commissione europea di attivare contro Varsavia la procedura dell’articolo 7 dei trattati che prevede il pagamento di severe sanzioni per le infrazioni del sistema giudiziario.
Da oggi il Parlamento polacco torna a discutere la proposta di legge che impone nuove restrizioni all’interruzione di gravidanza. Tra tutti i paesi europei, la Polonia è la nazione che ha una delle legislazioni sull’aborto più restrittive, consente l’interruzione di gravidanza in tre casi: pericolo di vita della madre, malformazione e pericolo di vita del feto e stupro. La nuova legge “stop aborcji”, “stop all’aborto”, intende eliminare il secondo dei tre casi e oggi, in cinquanta città polacche, le donne vestite di nero protestano contro questa proposta di legge.
Già nel 2016, il PiS, appoggiato da vari gruppi religiosi, aveva tentato di far passare una proposta di legge che consentiva l’aborto solo nel caso in cui fosse in pericolo la vita della donna, il Parlamento poi bloccò la riforma a causa delle proteste in patria e all’estero. Dopo due anni, Diritto e giustizia presenta di nuovo il disegno di legge e l’intervento ufficiale dell’Episcopato polacco ha accelerato la ripresa dei lavori in Parlamento per l’approvazione. Abolendo l’interruzione di gravidanza in caso di malformazione o malattia del feto, ha spiegato Jaroslaw Kaczynski, leader del partito, nel caso in cui il bambino muoia pochi giorni dopo il parto, gli verrebbero assicurati il battesimo e la sepoltura. Se la legge verrà approvata, non verranno più effettuate in ospedale diagnosi prenatali perché, come ha dichiarato Kaja Godek, relatrice della proposta: “L’idea alla base della diagnosi è stata distorta. Doveva servire a preparare i genitori a ricevere un bambino da aiutare, e invece ha reso più facile la scelta dello sterminio”.
Tra i manifestanti non ci sono solo le donne vestite di nero. Anche gli uomini protestano contro la riforma della magistratura che è stata già approvata e prevede un totale controllo del Parlamento sulle decisioni dei giudici e anche contro la legge sulla memoria dell’Olocausto che ieri ha subìto un colpo di scena grottesco. Uno dei promotori della legge, il ministro della Giustizia Zbigniew Ziobro, ha dichiarato di non aver capito bene la legge da lui firmata che prevede fino a tre anni di carcere per chi userà la frase “i campi di sterminio polacchi” con riferimento ad Auschwitz, Sobibor o Treblinka.
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