Il campus universitario di Tolbiac, a Parigi. Foto LaPresse

In Francia si apre la stagione degli sgomberi

Mauro Zanon

Contro le politiche di Emmanuel Macron e la riforma dell'università, gli studenti occupano gli atenei. Liberarli è un’operazione molto delicata

Parigi. “La linea rossa è stata superata”. Georges Haddad, presidente dell’Università Panthéon-Sorbonne (Paris I), ha chiesto oggi l’intervento delle forze dell’ordine per sgomberare il campus universitario di Tolbiac, nel Tredicesimo arrondissement della capitale francese, occupato da fine marzo dagli studenti in lotta contro la riforma dell’università voluta dal presidente Emmanuel Macron, che cambia i criteri di selezione per l’accesso allo studio in un’ottica meritocratica. “La gravità delle violenze constatate nel centro Pierre-Mendès-France (Tolbiac, ndr) non permette più di garantire la sicurezza delle persone”, si legge nel comunicato della direzione della Sorbona, precisando che è stato chiesto alla prefettura di Parigi di intervenire al più presto “per ristabilire l’abituale funzionamento del centro universitario”.

  

La scoperta di bottiglie Molotov all’interno della facoltà e gli episodi di violenza verificatisi nella notte del 6 e 7 aprile hanno spinto il presidente di Paris I a reclamare ufficialmente lo sgombero, alla stregua di quanto accaduto qualche giorno fa alla facoltà di Nanterre, nord-ovest di Parigi. Ma la prefettura, attraverso un comunicato, ha fatto sapere che per il momento “non ha dato seguito” a questa richiesta. Sempre a Tolbiac, due settimane fa, erano state saccheggiate le aule a disposizione dell’Unione degli studenti ebrei di Francia (Uejf), e i muri erano stati imbrattati di scritte “A morte Israle. Viva Arafat!” e “La Palestina vincerà”. Lunedì scorso, il deputato della République en marche (Lrem) Buon Tan, aveva provato a dialogare con gli studenti del centro universitario, per cercare di capire le loro rivendicazioni contro la riforma promossa dalla ministra dell’Università Frédérique Vidal, ma è stato aggredito e costretto ad abbandonare l’ateneo (uno studente gli ha strappato anche l’iPad dalle mani). Tolbiac, assieme a Nanterre, è diventato l’epicentro della battaglia degli studenti contro la riforma dell’accesso allo studio universitario, la “Loi Orientation et réussite des étudiants (Ore)”, che smantellerebbe, a loro avviso, l’intoccabile principio dell’égalité. Più in generale, si tratta di una ribellione contro le politiche liberali di Macron.

  

“Il dibattito è confiscato da gruppi estremisti estranei all’università”, cerca di minimizzare il ministro Vidal, aggiungendo che il blocco coinvolge “meno del tre per cento del sistema universitario”. E però i toni continuano a inasprirsi da quando gli agenti del Crs, la polizia antisommossa, è intervenuta con modi muscolari all’università di Nanterre, cuore del movimento studentesco riottoso e facoltà simbolo del Maggio ’68. Oggi, sui social network, gli studenti che hanno alzato le barricate a Tolbiac hanno invitato altri camarades a raggiungerli nella “lotta studentesca” e a portare cerotti e caschi per prepararsi all’eventualità di uno scontro con le forze dell’ordine. Nanterre ha risposto subito presente, lanciando un appello alla mobilitazione nel campus Pierre-Mendès-France. “In seguito alla decisione del signor Georges Haddad, presidente di Tolbiac, di far intervenire i Crs e di evacuare gli occupanti della Comune libera di Tolbiac, noi, occupanti di Nanterre, invitiamo fin da ora a sostenere e difendere i nostri compagni”, si legge sulla loro pagina Facebook. Negli ultimi giorni, oltre alle manifestazioni che hanno portato nelle strade migliaia di studenti contro l’odiata “selezione”, si sono moltiplicati gli atenei occupati. Da Montpellier a Lille, passando per Strasburgo e Saint-Denis la mappa delle università bloccate continua ad aggiornarsi sullo sfondo degli scioperi monstre dei ferrovieri per la riforma della Sncf, della protesta dei no-global di Notre-Dame-des-Landes e del malcontento dei pensionati per l’aumento della Csg (il Contributo sociale generalizzato che finanzia la previdenza sociale).

 

La stagione degli sgomberi, apertasi con i tafferugli di Nanterre, è un’operazione molto delicata dal punto di vista politico. “Sarà una resistenza collettiva, non offriremo i nostri polsi per farci ammanettare”, ha affermato un militante davanti alla facoltà di Tolbiac, prima di gridare: “Il governo non distruggerà l’università!”. La gauche radicale soffia sul fuoco. “La risposta non può essere il manganello”, ha attaccato il socialista Benoît Hamon, ministro dell’Istruzione sotto François Hollande. E Macron osserva inquieto la “convergenza delle lotte”.

 


 

L'articolo è stato modificato (su segnalazione di un lettore che ringraziamo) alle 11.43 di giovedì 12 aprile per correggere il numero dell'arrondissement in cui si trova il campus universitario di Tolbiac e la posizione di Nanterre rispetto a Parigi (a nord ovest).

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