Esercitazione militare in caso di attacco con armi chimiche (foto LaPresse)

Cosa nasconde il Cremlino?

Daniele Raineri

Perché il governo russo sta facendo la guerra all’Opcw, l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche

Il governo russo è impegnato in uno scontro frontale con l’Opcw, l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche che spesso è chiamata a investigare su casi molto delicati grazie al suo ruolo internazionale e imparziale. La Russia è coinvolta a causa di due recenti operazioni con armi chimiche che la riguardano da vicino. La prima è il tentato omicidio di un disertore dell’intelligence russa (Sergei Skripal) e di sua figlia a Salisbury, vicino Londra, domenica 4 marzo, con un agente nervino chiamato novichok (qui noi giornalisti dovremmo fare un mea culpa: si scrive spesso “agente nervino di grado militare”, ma la verità è che tutti gli agenti nervini sono per definizione “di grado militare” perché sono stati prodotti per uccidere rapidamente tanti nemici in modo atroce, non esistono agenti nervini blandi “di grado civile”). Il governo inglese ha reagito con un’operazione diplomatica senza precedenti che ha portato all’espulsione di più di cento diplomatici russi da molti paesi alleati, incluse l’Italia e l’America.

 

La seconda operazione viene un mese dopo, sabato 7 aprile, ed è il bombardamento con armi chimiche da parte dell’esercito siriano contro i civili di Duma, una città assediata vicino Damasco. Le armi chimiche hanno soffocato almeno 43 persone e la città si è arresa il giorno successivo ed è passata sotto il controllo dei militari russi dopo che il gruppo armato che la controllava è stato trasferito a nord a bordo di autobus. In entrambi i casi le analisi dell’Opcw contano molto ed è per questo che sono cominciati i problemi con Mosca. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha detto il 14 aprile che il laboratorio dell’Opcw in Svizzera ha scoperto che la sostanza del caso Skripal è il BZ, che lui ha definito come un agente nervino usato dall’America e dai paesi della Nato. Ma il laboratorio svizzero ha rilasciato un comunicato ufficiale per dire che il ministro russo si è sbagliato: i risultati sono chiari, si tratta di novichok, l’agente nervino inventato in Unione sovietica. Inoltre il BZ non è un agente nervino, è una sostanza tossica non letale che può indurre delirio, non è mai stata usata dai paesi della Nato ed era nelle scorte di agenti chimici della Russia. Lavrov, che di solito incarna il volto rigoroso della politica estera russa, era totalmente fuoristrada.

   

Anche nel caso siriano il confronto con l’Opcw è difficile. La strage è avvenuta il 7 aprile, il team di ispettori internazionale è arrivato sabato 14 aprile e ancora ieri non ha potuto avere accesso al sito del bombardamento chimico controllato dai militari russi – dodici giorni dopo la strage e sei giorni dopo l’arrivo. Il primo giorno i russi hanno detto che mancava l’autorizzazione dell’Onu, poi che era una questione di sicurezza, sebbene lunedì abbiano accompagnato sul posto un gruppo di giornalisti internazionali. Ieri hanno detto che “i militanti vogliono impedire l’accesso alla zona”, ma i militanti si sono arresi e sono stati portati via da Duma nei giorni dopo il 7 aprile. Lavrov ha detto venerdì scorso che la strage è una montatura di potenze straniere e che la Russia ha le prove, ma per ora non le ha mostrate.

     

Il giornale inglese Guardian ha parlato con i dottori di Duma che hanno trattato i pazienti e quelli – in forma anonima – hanno detto di essere stati sottoposti a “intimidazioni estreme”, affinché non parlino dei pazienti con sintomi compatibili con le armi chimiche. Inoltre sono perquisiti, per evitare che portino via campioni, e anche le chat e i messaggi sui loro telefoni sono materialmente controllati ai posti di blocco. E’ da vedere se l’Opcw riuscirà a fare la sua inchiesta, ma non si capisce il motivo di tanti ostacoli a meno che non ci sia bisogno di nascondere qualcosa. A novembre la Russia ha bloccato con un veto al Consiglio di sicurezza l’ultima inchiesta dell’Opcw in Siria, che aveva già stabilito la responsabilità del governo siriano per il bombardamento con armi chimiche dell’aprile 2017.

  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)