Kanye West spiega il mistero che lo lega a Trump: l'energia del drago
I gemelli diversi del grande reality americano
New York. Hanno l’energia del drago, la questione è tutta lì. Eserciti di sociologi e politologi che lambiccano intorno alle cause prossime e remote di Donald Trump, ora puntando il dito sugli incidenti di percorso della globalizzazione, ora su un malcontento alimentato da ragioni misteriose, sui tratti foschi di quest’era populista e sui suoi eroi autoritari, poi arriva Kanye West e spiega tutto in un cinguettio: “Non dovete essere d’accordo con Trump, ma la gente non può impedirmi di amarlo. Abbiamo entrambi l’energia del drago. E’ mio fratello. Amo tutti. Non sono d’accordo in tutto con nessuno. Questo è ciò che ci rende degli individui. E abbiamo diritto al pensiero indipendente”.
— KANYE WEST (@kanyewest) 25 aprile 2018
Il rapper ha rivangato la sua vecchia ossessione trumpiana twittando la foto del cappellino rosso firmato dal presidente, e poi smarrendosi – coscientemente, a quanto pare – nei meandri di polemiche politiche indotte dal flusso selvaggio del suo “libero pensiero”, che tende a produrre reazioni inconsulte. Kanye gongola, dice che ama pure Hillary e che non consiglia affatto “ai suoi sostenitori di abbandonarla”, ché questo dogmatismo politico, per lui che “non è politico”, sarebbe in contrasto con legge dell’amore, che supera e vince ogni cosa. Nel frattempo nella sua Chicago, la città che Obama non ha avuto la forza di cambiare, circolano manifesti che inneggiano alla sua campagna elettorale del 2024, una specie di terzo mandato di Trump sotto le insegne di “keep America great”. In bilico fra la prima lettera ai corinzi e la dittatura del relativismo, ha scritto: “Con l’amore sono invincibile. La verità è soggettiva, ma l’amore è la forza più potente nel mondo, e il mondo ha bisogno di esprimerlo ancora di più”, nessuna “razza religione regione o partito politico può mettersi contro il potere dell’amore”.
— KANYE WEST (@kanyewest) 25 aprile 2018
Kanye, amico e sostenitore di Trump non da ieri, s’era già avventurato da queste parti, ma non aveva mai tirato fuori la “dragon energy”, l’energia del drago che lo accomuna al presidente, che dal canto suo lo ha ringraziato a suon di “cool” e “MAGA”, giusto il tempo di svestirsi della grisaglia per l’impeccabile cena di stato con Emmanuel Macron.
Thank you Kanye, very cool! https://t.co/vRIC87M21X
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 25 aprile 2018
Chiedersi che cosa sia l’energia del drago significa cadere nella trappola guzzantiana della domanda malposta. L’energia del drago allude forse al vocabolario della magia taoista. Dice il proverbio cinese: “Se cavalchi il drago, trarrai beneficio dal suo coraggio e dal suo potere”. Più tardi West ha spiegato che le persone che hanno il dono dell’energia del drago sono “molto istintive”, sono “leader naturali” e hanno “grande capacità di previsione”. Kanye ne ha talmente tanta, di energia del drago, che ha licenziato il suo manager e parte del suo monumentale staff, seguendo scrupolosamente il modus operandi che Trump esibisce in modo spettacolare alla Casa Bianca, dove la durata degli incarichi si misura nell’ordine delle settimane, al massimo dei mesi. West non vuole più un manager, per la più trumpiana delle ragioni: “I can’t be managed”. Uno pensa: sono entrambi istrionici e irascibili pasticcioni che hanno perso il controllo. E invece no: hanno l’energia del drago. Francis Scott Fitzgerald diceva che il test dell’intelligenza sopraffina è “l’abilità di tenere insieme nella mente due idee opposte allo stesso tempo e contemporaneamente mantenere le capacità funzionali”. Per questo i fan di West, vedendolo palleggiare con molte idee opposte, hanno avuto dei dubbi sulle capacità funzionali. Dopo l’epurazione del team e la tweetstorm politico-filosofico-strategica è tornata fuori la questione dell’infermità mentale, che due anni fa lo ha condotto anche a un ricovero. Si tratta di un’altra assonanza con Trump, ché accanto agli eserciti di sociologi e politologi c’è sempre l’esercito degli psichiatri che vorrebbe dimostrarlo incapace di intendere e volere, inidoneo al test del 25esimo emendamento, altro che Scott Fitzgerald. Ma forse è soltanto l’energia del drago.