L'Onu demonizza Israele e ribalta la verità su Gaza
Per il capo del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite i palestinesi sono stati “ingabbiati in una baraccopoli tossica” dagli israeliani. Ma se c'è un'entità che ha “ingabbiato” Gaza è Hamas
Il capo del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha detto che Israele ha fatto un uso totalmente sproporzionato della forza a Gaza. Zeid Raad Al Hussein ha poi aggiunto a Ginevra che gli abitanti di Gaza sono stati “ingabbiati in una baraccopoli tossica” da Israele e che l'occupazione di Gaza da parte di Gerusalemme deve finire. Dal 2007, Hamas è la sola entità responsabile della vita a Gaza, dopo che ha compiuto un colpo di stato ai danni dell'Anp e che Israele ha ritirato i propri soldati e civili (2005).
Israele ha il diritto riconosciuto dalla comunità internazionale di mantenere un assedio di quei confini, fintanto che Hamas non avrà abbandonato la lotta armata. Se c'è una entità che ha "ingabbiato" Gaza è Hamas, che usa i fondi umanitari per costruire tunnel e missili, che brucia il valico di Erez da cui Israele fa entrare i camion con gli aiuti, che soggioga la popolazione palestinese in un regno del terrore e assenza di diritti. Israele fa un uso più che proporzionato della forza (ora si sa che 53 delle 62 vittime di lunedi erano terroristi di Hamas e della Jihad Islamica), avverte con volantini la popolazione palestinese di non avvicinarsi al confine a rischio della propria vita, e impiega quella forza solo e soltanto quando i palestinesi attentano a quella degli israeliani.
Due giorni fa è uscito il video-confessione di un palestinese fermato lunedì dopo aver varcato il confine di Israele: “Hamas manda avanti le donne, 'l'esercito non spara alle donne'. Fanno il giro delle moschee, ci portano con gli autobus, controllano tutto qui, quando c'è elettricità le televisioni incitano 'marciate marciate'. Ci fanno marciare sul confine per non farci rivoltare contro di loro”. Hamas sta conducendo un popolo al suicidio per risollevare una questione palestinese moribonda e per poter continuare la sua guerra santa contro lo stato ebraico. L'Onu applaude ora a questo sacrificio incolpando Israele, reo di volersi difendere e di proteggere un confine riconosciuto dal 1948 dalla comunità internazionale. Ancora una volta si conferma che all'Onu il mondo è sempre particolarmente capovolto. Intanto, sul tavolo di Al Hussein, non sono ancora arrivati i dossier su Siria, Yemen, Venezuela e altri teatri di catastrofi umanitarie ignorate dal Palazzo di vetro.