Agenda Conte & Putin

Daniele Raineri

Vertice europeo a fine giugno e summit Nato a metà luglio. Lì si vedrà quanto l’Italia gialloverde sta con la Russia

Roma. Nei prossimi tre mesi ci sono almeno due occasioni per vedere come il governo italiano gialloverde – il più filorusso della storia della Repubblica – si muoverà nei confronti di Mosca. Una è il vertice dei leader europei che si terrà il 28 e il 29 giugno a Bruxelles. La proroga delle sanzioni contro la Russia non sarebbe tra gli argomenti messi all’ordine del giorno, ma è molto probabile che se ne parlerà perché le discussioni decisive su altri grandi temi come la Brexit e il trattato di Dublino sui migranti sono già state accantonate in partenza. Il tema Russia passerà in primo piano. Due giorni fa il Parlamento europeo ha votato una risoluzione non vincolante per chiedere fermezza contro la Russia. Il fronte anti Putin ha vinto con 455 voti a favore e 106 voti contro. I grillini hanno votato no in blocco, i leghisti si sono astenuti. E’ quindi già chiaro da adesso che durante il vertice dei Ventotto l’Italia prenderà una posizione molto in contrasto con la linea europea che ha prevalso finora.

  

Due settimane più tardi, l’11 e il 12 luglio, c’è il summit della Nato di nuovo a Bruxelles e parteciperà anche il presidente americano Donald Trump. Il timore al quartier generale dell’Alleanza atlantica è che Trump ripeta l’exploit visto al G7 una settimana fa, che è cominciato con la richiesta di riammettere la Russia al tavolo senza nulla in cambio ed è finito con una rottura tra l’America e il Canada, accusato di tradire l’alleato americano per interessi commerciali. Il presidente Trump arriverà in Europa convinto che l’America, proprio come al G7, sia intrappolata in un accordo molto poco conveniente con il resto del mondo e che i presunti alleati approfittino della sua benevolenza. E’ tormentato dall’idea che Washington paghi il grosso delle spese e che gli alleati scrocchino la protezione dell’esercito più potente della storia, e vuole rovesciare la situazione. Gli ufficiali della Nato stanno preparando in anticipo un pacchetto di misure per placarlo e per convincerlo di avere ottenuto quel che chiedeva.

 

Quasi tutte le misure riguardano il denaro che i diversi paesi portano all’Alleanza atlantica. Gli alleati ovviamente non sono d’accordo con la versione di Trump, ma sono molto pronti a rivedere le cifre dei loro contributi e a presentarsi con i conti in ordine per non dargli appigli. Sulla strada del G7 il premier italiano Giuseppe Conte ha dato ragione a Trump e ha detto che la Russia deve essere riammessa, sulla questione Nato invece dovrà decidere fra due posizioni. Se si schiera con Trump, vuol dire che sta dalla parte di un aumento dei contributi europei alla Nato e quindi vuol dire che l’Italia potrebbe essere costretta a pagare di più. Ma questo potrebbe essere in contrasto con la posizione dei suoi sponsor Cinque stelle, che vorrebbero una Nato meno forte e meno esigente e di sicuro non vorrebbero dover pagare di più. Inoltre c’è la possibilità che Trump si perda in qualche litigio pubblico come al G7, da cui Mosca trarrebbe vantaggio, e forse anche l’Iran – che in questi mesi tenta di allargare la spaccatura tra Amministrazione Trump e i paesi europei. Da che parte dovrebbe schierarsi l’Italia in questo caso?

  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)