In Russia saranno registrate e archiviate le conversazioni telefoniche di tutti
La nuova legge antiterrorismo riguarda tutto: telefonate di lavoro, sospiri tra innamorati, pettegolezzi tra amici, madri che rimproverano i figli. Qualunque comunicazione sarà a disposizione dei servizi di sicurezza
Roma. Mentre la Russia segnava i suoi quattro rigori contro la Spagna – vittoria talmente inaspettata da suscitare nel primo ministro Dmitri Medvedev l’esclamazione: “Ragazzi avete fatto un miracolo!” – qualcuno avrà usato il telefono per comunicare con gli amici, organizzare i festeggiamenti, manifestare gioia, o la stessa incredulità del premier. Magari qualche russo avrà pensato di scrivere a un amico spagnolo e di mandargli un emoji a mo’ di sberleffo. Domenica, quell’emoji è stata registrata insieme alla gioia, all'incredulità, agli appuntamenti e qualsiasi altra esternazione che sia partita da un telefono russo nell’archivio degli operatori telefonici.
Da domenica in Russia ogni chiamata, messaggio o chat finisce nel database delle compagnie di telecomunicazioni che per sei mesi devono conservare tutto ciò che avviene via smartphone e metterlo a disposizione dei servizi di sicurezza. E’ quanto stabilito dalla legge che fa parte del corpus di norme antiterrorismo creato da Irina Yarovaya, esponente del partito Russia Unita alla quale sono state affidate tutte le riforme volte a proteggere la Russia dagli attentati. Volontà legittima e necessità doverosa, se non fosse per il fatto che si tratta di una violazione della privacy senza precedenti. Il provvedimento, conosciuto come “Legge del Grande Fratello”, obbliga le compagnie telefoniche a registrare ogni attività dei loro clienti. Tutte. Comunicazioni di lavoro, sospiri tra innamorati, pettegolezzi tra amici, madri che rimproverano i figli, ogni atto comunicativo rimarrà a disposizione dei servizi di sicurezza. Il provvedimento era stato già firmato dal presidente Vladimir Putin nel 2016, ma l’attuazione aveva subìto dei ritardi. Non tanto per le proteste dei cittadini, quanto per i timori degli operatori telefonici che non sapevano come potersi dotare di database così vasti da raccogliere l'archiviazione di così tanti dati. “E’ una scusa – aveva commentato Irina Yarovaya – vogliono solo aumentare i prezzi”. Difatti, senza aiuti economici da parte dello stato, gli operatori hanno fatto sapere che alzeranno il costo del servizio per i clienti, costretti a pagare di più per farsi spiare. Ma il problema non è stato risolto e come ha dichiarato all’agenzia di stampa Rbc Serghei Soldatenkov, direttore generale della compagnia Megafon: “Il sistema verrà implementato in cinque anni”, un modo per dire che nella giornata di domenica l’operatore non disponeva ancora della tecnologia necessaria per archiviare i dati degli utenti. La legge c’è ma ancora non è chiaro se esistono effettivamente le strutture che consentono la registrazione.
Il provvedimento è stato criticato dagli oppositori politici, per i quali molte delle riforme antiterrorismo servono solo a giustificare la volontà del Cremlino di spiare i cittadini per scovare forme di dissenso, mettere a tacere i dissidenti e fermare gli attivisti. Su un antico manifesto sovietico c’era l’immagine di una donna, fazzoletto in testa, dito davanti alla bocca in cenno di silenzio. Accanto al suo volto un avvertimento: “Attenzione, a volte anche i muri ascoltano”, un modo per suggerire di diffidare anche dei vicini, potrebbero riferire e distorcere le vostre parole, una pratica abbastanza comune all’epoca, che aveva stravolto le abitudini e i modi di parlare dei cittadini dell’Urss. Secondo alcune associazioni in difesa dei diritti umani, la legge del Grande Fratello potrebbe far tornare nei russi quelle paure e danneggiare la società civile.
Ma la società per il momento non sembra essersi troppo allarmata. La paura che le confessioni, i sospiri, gli appuntamenti, le liti, i rimproveri, le promesse e qualsiasi altro aspetto della comunicazione umana che, ormai, abbiamo affidato ai nostri telefoni in tutto il mondo, possa finire in enormi archivi la cui esistenza è stata legittimata da una legge, non sembra aver turbato molto i russi, forse ancora impegnati a gioire per le gesta eroiche della nazionale, o chissà meno avvezzi alla privacy o forse di essa meno gelosi.
La Roskomsvoboda, gruppo che promuove il rispetto dei diritti degli utenti di internet, ha definito la legge incostituzionale perché, in tempi di hackeraggi e di leak, renderebbe ancora più facile la fuga di dati che potrebbero essere venduti e sottoporrebbero la vita intima e privata dei cittadini al rischio di essere spiata in qualsiasi istante. Per il momento non si sa ancora quante compagnie di telecomunicazioni dispongano già di archivi talmente grandi da custodire la vita telefonica di oltre centoquaranta milioni di cittadini. Sarà per questo, saranno i Mondiali, l’aria di festa, l’estate, in pochi in realtà sono inquietati dal Grande Fratello.
L'editoriale del direttore