Operazione di soccorso "Mare sicuro" al largo delle coste libiche (foto LaPresse)

Le missioni guidate dall'Italia che fanno discutere i ministeri gialloverdi

Enrico Cicchetti e Luca Gambardella

Sophia, Themis e Poseidon. Ecco che cosa sta facendo l'Europa nel Mediterraneo per controllare le sue frontiere e aiutare gli stati membri nel soccorso ai migranti

Nel Mediterraneo l'Ue ha attivato tre operazioni navali che si affiancano a quella tutta italiana, Mare sicuro. La missione è "salvare vite", sebbene nessuna di queste abbia previsto espressamente un obbligo di "search and rescue" (Sar). Valgono quindi le norme del diritto internazionale marittimo che impongono di salvare chiunque si trovi in difficoltà in mare.

Operazione Sophia

EunavforMed operazione Sophia è una missione militare lanciata nel maggio 2015 che opera nel Mediterraneo centrale. L'obiettivo è smantellare le reti di trafficanti di esseri umani. Finora, secondo i dati del Consiglio europeo, ha permesso l'arresto di 143 sospetti scafisti e ha distrutto 545 imbarcazioni. Sophia impiega 6 unità navali, due elicotteri e tre aerei. Tra gli scopi della missione ci sono anche il contrasto al traffico di armi e addestramento della Guardia costiera libica. Tra il 1° gennaio 2016 e il 27 giugno 2018 Sophia ha salvato 44.810 persone.

 
Dal punto di vista finanziario, l'operazione, avendo natura militare, non è alimentata dal bilancio dell'Unione bensì direttamente dagli Stati membri, fatta eccezione per la limitata quota a carico del meccanismo Athena, istituito presso il Consiglio con contributi proporzionali degli Stati membri, che provvede alla copertura di alcuni costi comuni. Questi ultimi sono stati quantificati in 11.820.000 euro per il primo mandato (18 maggio 2015 - 27 luglio 2016), 6.700.000 euro per il secondo mandato (28 luglio 2016 - 27 luglio 2017) e 6.000.000 di euro per il terzo mandato (28 luglio 2017 - 31 dicembre 2018). Per quanto riguarda l'Italia, sono state stanziate risorse, rispettivamente, per: - 2015: 59.486.740 euro (dei quali 26.000.000 con un provvedimento ad hoc, il decreto-legge n. 99 del 2015, e 33.486.740 con il successivo decreto missioni, il decreto-legge n. 174 del 2015); - 2016: 69.799.938 euro (con il decreto missioni 2016, decreto-legge n. 67 del 2016); - 2017: 43.149.186 euro (deliberazione del Consiglio dei Ministri di cui alla legge n. 145 del 2016 del 14 gennaio 2017, doc. CCL n. 1).

Operazione Themis

E' la più recente, lanciata nel febbraio 2018 per sostituire l'operazione Triton. L'obiettivo è appoggiare l'Italia nella sorveglianza delle frontiere marittime nel Mediterraneo centrale. Tra il 1 febbraio 2016 e il 24 giugno 2018 (includendo Triton) i salvataggi sono stati 251.099. Nella missione Themis partecipano insieme a Frontex 27 stati membri. La missione dispone di dieci navi, due elicotteri e altrettanti aerei e un budget annuale di 39 milioni di euro, con i quali Frontex paga sia per i propri mezzi, sia per quelli appartenenti ai paesi europei impiegati poi nella missione. Themis ha alcune caratteristiche differenti rispetto alla precedente Triton. In primo luogo, come spiega il Viminale, il limite dalle coste italiane della linea di pattugliamento: Triton arrivava fino a 30 miglia nautiche dalle nostre coste, Themis si fermerà a 24, ossia il confine delle cosiddette acque continue. Una seconda differenza tra Triton e Themis riguarda il mandato. Themis non ha come unico scopo il contrasto all’immigrazione irregolare, né si concentra solo sul Mediterraneo centrale: copre anche i flussi di uomini e droga nel Mediterraneo orientale (Albania e Turchia) e occidentale (Tunisia e Algeria), che erano fuori dal mandato di Triton. Uno spostamento di focus legato anche al calo negli sbarchi. Sulla carta, poi, Themis rompe il vincolo stabilito da Triton per il quale ogni migrante salvato nella missione doveva sbarcare in un porto sicuro italiano. Al momento, però, non sono registrati sbarchi, a parte per urgenze mediche individuali, in porti diversi da quelli italiani.

Operazione Poseidon

L'operazione Poseidon è attiva dal 2006 e si concentra nel Mediterraneo orientale tra la Grecia e la Turchia e le frontiere terrestri della Grecia con Albania, Turchia e Bulgaria. 26 Stati membri dell'Ue e dell'area Schengen vi partecipano con quasi 900 guardie di frontiera e 14 navi. Ha salvato 82.080 persone tra il 1 gennaio 2016 e il 27 giugno 2018. Il bilancio dell'agenzia Frontex passerà da 143 milioni di euro nel 2015 a 322 milioni di euro nel 2020. Frontex sta attualmente gestendo 12 operazioni in cooperazione con gli stati dell'Ue. Le operazioni marittime sono la parte più costosa del bilancio dell'agenzia.

Quanti migranti sono stati soccorsi in mare e da chi?

  

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