Chi sono i due russi accusati dell'avvelenamento a Salisbury
La polizia britannica ha svelato i nomi di due colpevoli dell’attacco chimico contro l’ex spia Sergei Skripal. Londra non chiederà l’estradizione perché la legge in Russia non la consente
I colpevoli ci sono, per ora sono due, ma sono in Russia e per la polizia britannica farli uscire dal paese non sarà semplice. Alexander Petrov e Ruslan Boshirov – due agenti dell'intelligence russa secondo Reuters – sono accusati di aver avvelenato con un agente nervino a Salisbury l’ex spia Sergei Skripal, sua figlia Yulia, Charlie Rowley e Dawn Sturgess, morta qualche giorno dopo essere venuta in contatto con la sostanza. Londra non ne chiederà l’estradizione, perché la Russia, quando si tratta di suoi cittadini, non la consente e perché, come ha dichiarato Neil Basu, capo dell’antiterrorismo, c’è il problema dei nomi. I due sospetti probabilmente viaggiavano sotto falso nome. Il Crown prosecution service ha quindi optato per un mandato di arresto europeo.
Petrov e Boshirov
I due uomini, di circa quarant’anni, sarebbero arrivati in Gran Bretagna con un volo diretto da Mosca a Londra due giorni prima dell’avvelenamento. Una volta all'aeroporto di Gatwick il 2 marzo, hanno lasciato la Gran Bretagna da Heathrow il 5 marzo con un volo Aeroflot. Sergei Skripal e sua figlia sono venuti a contatto con il Novichok, l’agente nervino di fabbricazione sovietica, il 4 marzo, Charlie Rowley e Dawn Sturgess il 30 giugno. A luglio la polizia britannica aveva annunciato che dietro l’avvelenamento c’erano sei uomini e una donna, tutti di nazionalità russa. I presunti autori dell'attacco erano stati identificati osservando le immagini degli aeroporti e confrontandole con quelle fornite dalle telecamere a circuito chiuso installate nella zone dell’avvelenamento sia a Salisbury, dove sono stati ritrovati gli Skripal, sia ad Amesbury, dove invece le altre due vittime sono venute a contatto con la sostanza.
Successivamente gli investigatori hanno controllato la lista delle persone entrate nel paese in quel periodo, e infine sono riusciti a scoprire l'identità dei sospettati. Ma prima di renderla nota, nonostante le pressioni dell'ambasciata russa a Londra, hanno aspettato più di un mese.
Il Novichok
Novichok in russo vuol dire novizio, principiante o addirittura pivello, ed è la denominazione di una delle ultime generazioni di agenti nervini sviluppati in Unione sovietica. La Russia non ha mai confermato lo sviluppo di un programma Novichok, a svelarne l’esistenza fu Vil Mirzayanov, uno scienziato che dopo aver passato la giovinezza nei laboratori sovietici in cui venivano create le armi chimiche rivelò al mondo gli studi messi a punto fino a quel momento. Sul lavoro svolto all’interno di questi laboratori vigeva la segretezza più assoluta, ma era il 1992, l’Urss non esisteva più, Mosca avrebbe firmato l’anno successivo la Convenzione sulle armi chimiche e Mirzayanov, insieme con il collega Lev Fedorov, pubblicò un lungo articolo sul settimanale Moskovskiye novosti. I due scienziati scrissero non solo che la Russia non aveva abbandonato le sue ricerche nel settore delle armi chimiche, ma che era riuscita a sviluppare nuovi agenti nervini. Nel 1998, Vladimir Uglev, un altro scienziato che lavorava nei laboratori sovietici, rivelò al Washington Post un’ulteriore caratteristica di questa ultima generazione di agenti nervini: il Novichok può anche essere congelato. E’ nato ad hoc per eludere i controlli e difatti, in Gran Bretagna, sarebbe stato portato in una boccetta del profumo Premier Jour di Nina Ricci.