Perché non mi hai chiamato?
La conversazione telefonica tra Donald Trump e Bob Woodward (con intermezzi, equivoci e mitomanie) sull’intervista mai fatta per il libro “Fear”
Pubblichiamo ampi stralci del testo della telefonata che il 14 agosto scorso, alle 17.30 circa, hanno avuto Donald Trump, presidente americano, e Bob Woodward, giornalista e saggista che ha un libro in uscita sulla Casa Bianca dal titolo “Fear”. Il testo della conversazione è stato pubblicato dal Washington Post che ha anche pubblicato i primi estratti di “Fear”, che raccontano la “crazytown” che è diventata la Casa Bianca. Trump ha dichiarato: “E’ soltanto un altro libro cattivo. Lui (Bob Woodward, ndr) ha molti problemi di credibilità. Forse avrei preferito parlare con lui, ma forse no. Non penso che avrebbe fatto molta differenza. Voleva scrivere il libro in un certo modo”.
Donald Trump: Buon pomeriggio, Bob.
Bob Woodward: Presidente Trump, come sta?
DT: Come sta lei, tutto bene?
BW: Molto bene. Accendo il registratore, se le va bene.
DT: Oh sì, va bene. Va bene. Non mi preoccupo affatto.
BW: Mi dispiace che non siamo riusciti a parlarci per il libro.
DT: Sì, ho appena parlato con Kellyanne (Conway, consigliera del presidente, ndr) e mi ha chiesto se ho ricevuto una richiesta di intervista. Non mi ha mai chiamato nessuno. Non ho mai ricevuto un messaggio. A chi ha chiesto di poter parlare con me?
BW: Be’, l’ho chiesto a sei persone.
DT: Non me l’hanno detto.
BW: Un senatore. E ho parlato con Kellyanne due mesi e mezzo fa. E’ venuta a pranzo da me.
Nessuno me l’ha detto, e mi sarebbe piaciuto parlare con lei. Lo sa che sono molto aperto nei suoi confronti
BW: Me lo ricordo.
DT: Saranno stati vent’anni fa. E lei stava pensando di fare un libro su di me allora, che è una cosa interessante. Chi avrebbe mai detto che sarebbe stato sulla Casa Bianca? Non era nemmeno pensabile allora.
BW: Sì giusto. Mi scusi ma…
DT: Ricordo bene quel momento.
BW: Ci ho messo molto tempo a fare questo libro, ho parlato con tantissime persone.
DT: Sì, certo, bene.
BW: E come lei sa e vive tutti i giorni, siamo in un momento che è cruciale nella storia.
DT: Giusto.
BW: E mi sarebbe piaciuto, e ho cercato di farlo con insistenza, ma non sono riuscito a raggiungerla…
DT: E’ davvero una brutta cosa, perché nessuno me l’ha detto, e mi sarebbe piaciuto parlare con lei. Lo sa che sono molto aperto nei suoi confronti. Penso che lei sia sempre stato equilibrato. Vedremo che accade. Tutto quel che posso dire è che il
“Verrà un libro poco accurato”. “No”. “Accurato sarebbe dire che nessuno ha mai fatto un lavoro migliore di quello che sto facendo io”
paese sta andando molto bene. Economicamente stiamo meglio quasi di sempre. La disoccupazione è ai minimi quasi storici. Se lei guarda i numeri della disoccupazione, mi avrà sentito dire cosa penso. La disoccupazione è al livello migliore di sempre direi. Ci sono tante aziende che stanno investendo e tornando in America, cosa che due anni fa sarebbe stata impossibile. Se l’altra amministrazione e i suoi deputati fossero andati avanti, se l’altro gruppo avesse vinto, posso dirglielo, avremmo un pil sotto lo zero. Saremmo andati nella direzione sbagliata. Perché le regole sono davvero una parte molto importante di quel che abbiamo fatto, Bob.
BW: Capisco quel che sta dicendo, ma come sa bene, questo è anche un momento difficile, il sistema politico e lei e il mio settore sono in mezzo a una sfida.
DT: Sì sì.
BW: Prendo questo lavoro molto seriamente, ho scritto libri su otto presidenti, da Nixon a Obama.
DT: Certo.
BW: E ho imparato qualcosa su come si fa il giornalista, francamente, mr President.
DT: Bene.
BW: Ho parlato con le persone, le ho viste fuori dalla Casa Bianca e fuori dai loro uffici, e ho ottenuto molte analisi e molti documenti. E il risultato è uno sguardo duro sul mondo, sulla sua Amministrazione e su di lei.
DT: Certo, devo quindi immaginare che sarà un libro negativo. Ma sa, ci sono al 50 per cento abituato. (Risata) Va tutto bene. Alcuni libri sono buoni altri sono cattivi. Pare che questo sarà di quelli cattivi.
BW: E’ stata una occasione mancata e non so come funzionano le cose lì in termini di…
DT: Molto bene, noi…
BW: Di parlare direttamente con lei.
DT: Be’, se avesse chiamato Madeleine (Westerhout, segretaria personale del presidente, ndr) nel mio ufficio. Ha parlato con Madeleine?
BW: No, non ho parlato con lei. Ma…
DT: Madeleine è la chiave. E’ il segreto. E’ la persona che…
BW: Ho parlato con Raj (Shah, vice portavoce della Casa Bianca e viceassistente del presidente, ndr) del libro. Ho parlato con, ho parlato con Kellyanne.
DT: Molti di loro hanno paura a venire a parlare o, sa, sono impegnati, io sono impegnato. Ma non ho problemi a parlare con lei. L’avrei fatto, l’ho fatto vent’anni fa, e l’ho fatto un anno e mezzo o due anni fa.
BW: Un paio di anni fa, sì.
DT: E davvero non ho problemi a parlare con lei, e avrei voluto farlo. Ma nessuno ha chiamato il mio ufficio. Immagino che lei sia passato attraverso diverse persone.
BW: Mr President, come posso passare tanto tempo a parlare con persone come Kellyanne e Raj e i senatori repubblicani?
DT: Chi erano i senatori? Non mi hanno mai detto nulla.
BW: Il senatore (Lindsey) Graham (della Carolina del sud, ndr) mi aveva detto che le avrebbe parlato del fatto di incontrarmi. Non è vero?
DT: Il senatore Graham mi ha accennato la cosa velocemente durante un incontro.
BW: Ecco, vede. Ma non è poi successo nulla.
DT: E’ vero, è vero. Cioè, sì è vero. L’ha accennato brevemente, non come se, capisce, e io ho pensato che comunque lei avrebbe chiamato il mio ufficio. Ma ok. Parlerò con Kellyanne. Mi sorprende che non mi abbia detto nulla. Ah eccola. Rivolto a Kellyanne: Sto parlando con Bob Woodward, dice che te l’aveva detto.
Kellyanne Conway: Sì.
DT: Del fatto di parlarmi. Ma tu non me l’hai mai detto. Perché non me l’hai detto?
Non si sente quel che dice la Conway
DT: Sarei stato molto felice di parlare con lui. Va bene, quindi cosa facciamo?
BW: Be’…
DT: Uscirà un altro libro negativo su di me. Bell’affare (big deal).
BW: Si va avanti e io… Può contare sul fatto che sono stato molto accurato. E Evelyn, ci sei?
Evelyn Duffy: Sì.
BW: Evelyn Duffy, la mia assistente, mr President.
DT: Buon pomeriggio, Evelyn.
BW: Ha trascritto tutte le registrazioni, con il permesso degli interessati, perché ho registrato per centinaia di ore.
DT: Bene.
BW: E penso che nel libro non ci sia nulla che non venga da fonti dirette. Giusto, Evelyn?
ED: Penso sia corretto…
DT: Ma fa nomi e cognomi? O cita soltanto fonti?
BW: Be’ cita cose accadute, quindi…
DT: No ma dico, le fonti sono citate apertamente? Cioè, fa il nome delle fonti o dice semplicemente: mi hanno detto?
BW: Dico: alle due del pomeriggio di tal giorno, accadde questo, e chiunque fosse presente è citato, compreso lei. E mi spiace se non le ho chiesto di…
DT: Voglio dire, lei sa che sto facendo un grande lavoro per questo paese. Lei sa che la Nato ora sta pagando miliardi e miliardi di dollari in più, tanto per fare un esempio, e nessuno lo pensava possibile, e si pensava che nessun presidente sarebbe stato in grado di ottenere di più? E stava andando sempre più giù. Lei sa tutte le cose che ho fatto e sto facendo? Sono nel mezzo dei più grandi accordi commerciali mai fatti. Lei capisce vero questo cose? Cioè, lo spero.
BW: Certo, capisco e mi sarebbe piaciuto parlare con lei della Nato, perché è un tema che c’era già all’inizio del suo mandato e di cui lei si è sempre preoccupato, e l’accordo sul fatto che gli altri paesi avrebbero aumentato il loro contributo entro, quando, il 2024? E sa, comunque…
DT: L’anno scorso, se vede il segretario della Nato, Jens Stoltenberg, aveva detto credo 44 miliardi di dollari soltanto l’anno scorso, a un anno dall’ultimo incontro. E quest’anno si tratta di molti soldi in più, sono d’accordo tutti a darli. E’ una cifra enorme (tremendous). Nessun altro presidente è mai riuscito a ottenerla. E anzi stava andando tutto all’opposto. Non so se lei parlerà di questo fatto in questo modo, probabilmente no. Ma è davvero brutto che non sia così, ma va tutto bene, sa, una di queste cose.
BW: Ogni cosa è legata a dei fatti – E non è una buona cosa per il mio lavoro, se posso dirglielo mr President, per la presidenza, per il paese non avere scambi completi e veri su queste cose.
DT: Be’ a parte Graham, che mi ha accennato brevemente, nessuno mi ha mai detto che lei voleva parlarmi.
BW: Se Kellyanne è lì, lo chieda a lei.
DT: Nessuno me l’ha detto. Me lo faccia chiedere a lei. Perché non glielo chiede lei, glielo chieda. Non mi ha mai detto nulla.
Conway prende il telefono.
Kellyanne Conway: Bob, come sta? Salve.
BW: Salve. Si ricorda che due mesi e mezzo fa lei venne da me e le dissi che volevo parlare con il presidente? E lei mi disse che mi avrebbe fatto sapere?
KC: Me lo ricordo. E ho fatto la richiesta. Ma sa, la richiesta è stata rifiutata. Questo è quello che posso dirle. Penso che la prossima volta andrò direttamente dal presidente.
BW: Sì.
KC: Ma ho cercato di seguire le procedure, altrimenti mi dicono che sono una che non segue le procedure.
BW: Presidente, vorrei solo che lei sapesse che ho fatto di tutto.
KC: Ma ha parlato con Hope (Hicks, ex capo della comunicazione della Casa Bianca, ndr), giusto, che disse di no?
BW: Ascolti, ho parlato con tutti quelli che ho potuto. (Ride)
KC: Ha parlato con un po’ di persone e hanno tutte detto di no?
BW: Ho parlato con Raj.
KC: Raj.
BW: Doveva occuparsi della cosa.
CK: Hope.
Il presidente dice qualcosa che non si riesce a sentire.
KC: Ho detto che lei ha cercato di parlare con tutti, che cosa le hanno detto durante le interviste le altre persone? Hanno tutte detto di sì? Che ci avrebbero provato?
BW: Sì, sei o sette persone. Ho tentato. E non avrei potuto – lei e io, Kellyanne, abbiamo passato un pranzo a parlare di questo. E le avevo detto che volevo trattare le questioni più importanti di politica estera e interna. E lei mi disse che mi avrebbe fatto sapere. E poi niente.
KC: E’ quel che ho fatto. Ho presentato la cosa alle persone che prendono queste decisioni, ma…
BW: E chi sono queste persone?
KC: Niente, le ripasso il presidente. Sono felice di sapere che ha provato a chiedere a sette o otto persone. Va bene. Dovrebbe fargli i nomi di tutti (ride), grazie.
DT: Ma lei non ha mai chiamato me. Sarebbe stato gentile, Bob, se avesse chiamato me, nel mio ufficio. Voglio dire, ho una segretaria. Ne ho due, ne ho tre, di segretarie. Se avesse chiamato direttamente – molte persone hanno paura… Raj, raramente ho parlato… non parlo con Raj.
BW: Kellyanne è….
DT: Sì sì, Kellyanne ha parlato con qualcuno, ma non con me.
BW: Ma ha accesso diretto a lei?
DT: Avrebbe dovuto venire da me. Ha accesso diretto, assolutamente, ha accesso diretto. Ma non è venuta da me. E sa una cosa? Va bene così. Finirà con un altro libro cattivo con me. Cosa le devo dire?
BW: Mi sorprende che queste persone – Raj ha accesso diretto a lei?
DT: Non esattamente, ma avrebbe potuto farlo. Ma ho un ufficio. Lei ha il numero. Ho un ufficio che è direttamente dentro al mio ufficio.
Conway sotto non udibile.
DT: Non importa. Mi faccia dire che cosa importa: l’economia è al massimo, non era mai stata così da molti decenni. E continuerà a migliorare. E il paese sta andando molto bene. Questo è quello che importa.
BW: Sì. Pensavo che avrei…
DT: Stiamo facendo un buon lavoro.
BW: Pensavo che non avrei mai detto, perché il libro è fatto su un presidente…
DT: Sì lo so.
BW: E questa è la posizione in cui siamo. E ho cercato di evitarla. Sa che ho fatto tutto quello che potevo.
DT: Va bene, peccato.
BW: Sì.
DT: Lo sto sentendo adesso. E l’ho sentito da Lindsey, ma lo sto sentendo adesso. Avremo un libro poco accurato, e questo è brutto. Ma non penso che sia tutta colpa sua.
BW: No, sarà accurato, glielo assicuro.
DT: Sì, ok. Accurato sarebbe che nessuno ha mai fatto un lavoro migliore di quello che sto facendo io da presidente. Questo posso dirglielo. Ed è quello che molte persone sentono e lo vedrà nei prossimi anni. Molte persone la pensano così, Bob.
BW: Credo nel nostro paese e siccome lei è il nostro presidente le auguro buona fortuna.
DT: Ok, grazie mille Bob. Apprezzo. Arrivederci.