Anita Hill e il giudice accusato di molestie
Nel 1991 accadde quel che sta succedendo ora con Brett Kavanaugh, nominato da Trump alla Corte Suprema. Allora vinse il giudice
La vicenda di Brett Kavanaugh, giudice nominato da Donald Trump alla Corte Suprema e oggi accusato di molestie, ha un precedente. Era il 1991 e allora vinse il giudice.
La storia di Anita Hill
“Non possiamo rivedere quel che è accaduto nel 1991, ma possiamo far andare le cose in modo migliore”, scrive Anita Hill sul New York Times.
Nel 1991 Anita Hill (foto sopra), che allora aveva 35 anni, accusò Clarence Thomas, nominato da Bush sr alla Corte Suprema americana, di molestie. Thomas fu confermato. Oggi che Christine Blasey Ford è chiamata a testimoniare sulla propria accusa di tentato stupro da parte del giudice Brett Kavanaugh, nominato da Donald Trump all'Alta Corte, la vicenda di Anita Hill è tornata d'attualità.
Per capire come andò nel 1991, basta guardare questo video della Cnn. La commissione Giustizia allora era composta da soli uomini (in tutto il Senato c'erano due donne).
Di cosa era accusato Clarence Thomas?
Nel 1991, il presidente George H.W. Bush, nominò Clarence Thomas (foto sotto), giudice federale, alla Corte Suprema, come sostituto di Thurgood Marshall, che era andato in pensione.
Le audizioni al Senato di Thomas si erano concluse senza controversie e la sua conferma pareva certa.
\Durante l'estate, sulla stampa trapelò la notizia di un colloquio che Anita Hill aveva avuto con l'Fbi e la commissione del Senato decise di riaprire le audizioni e convocò la Hill.
Nell'ottobre del 1991, in un intervento che fu trasmesso in televisione, Hill raccontò di essere stata molestata da Thomas, che era il suo supervisor al ministero dell'Istruzione dove entrambi lavoravano.
Thomas le aveva chiesto più volte di uscire con lei nei due anni in cui la Hill era stata la sua assistente. Lei aveva sempre rifiutato, e Thomas si era messo a parlare, sul posto di lavoro, di argomenti sessuali. Thomas faceva riferimento alle donne che facevano sesso con gli animali o ai film che mostravano orge e scene di violenza. Secondo il racconto della Hill, Thomas faceva spesso riferimento alle proprie prestazioni sessuali e a dettagli del proprio corpo. Una volta, Thomas osservò la lattina di Coca Cola sulla propria scrivania e disse: “Chi ha lasciato dei peli pubici sulla mia Coca?”.
I senatori che ascoltarono la testimonianza le chiesero come mai, visto questo atteggiamento, lei avesse deciso di seguire Thomas in un altro posto di lavoro: non era meglio stargli lontano? La Hill si difese dicendo che era una sua ambizione quella di poter lavorare nell'ambito dei diritti civili e che quel posto di lavoro era molto ambito. Pensava anche che i modi e i toni di Thomas sarebbero cambiati e che non ci sarebbe più stato il problema.
Un'immagine di Anita Hill a febbraio di quest'anno
Le altre testimoni e la macchina della verità
C'erano altre quattro testimoni (donne) del comportamento di Thomas, ma la commissione del Senato decise di non ascoltarle: il presidente della commissione era Joe Biden, ex vicepresidente dell'Amministrazione Obama, e valutò che quelle ulteriori testimonianze non fossero credibili. Questo passaggio è stato raccontato con dettagli inediti nel libro di due giornaliste del Wall Street Journal Jill Abramson e Jane Mayer "Strange Justice", uscito nel 1994.
Hill si sottopose a un test poligrafico, ma il test non fu ammesso come prova in commissione: confermava la versione della Hill.
Thomas non fu sottoposto ad alcun test poligrafico e nella sua arringa di difesa negò ogni comportamento improprio e disse di essere vittima di un “linciaggio” da parte dei liberal bianchi che volevano impedire a un nero conservatore di diventare un giudice della Corte Suprema. Questa tesi, molto popolare presso i conservatori, è alla base del libro di David Brock, “The real Anita Hill”, che fu pubblicato nel 1993.
Il dibattito al Congresso fu molto intenso: Thomas fu confermato con 52 voti a favore e 48 contrari.
E l'opinione pubblica?
Un sondaggio della Gallup registrò l'andamento dell'opinione pubblica durante il caso Anita Hill.
Prima che ci fosse l'indiscrezione, il 52 per cento degli americani contava su un voto positivo del Senato, il 17 per cento invece sperava in una bocciatura di Thomas.
Durante la testimonianza della Hill, il 58 per cento disse di essere a favore della conferma del giudice.
Dopo la testimonianza, il 48 per cento disse di credere a Thomas, il 29 alla Hill.
Dopo la conferma, il 62 per cento degli intervistati disse di essere contento della decisione, il 34 scontento.
Furono elette altre due senatrici oltre a quelle che c'erano già (24 furono elette alla Camera). Oggi nella commissione Giustizia che valuta Kavanaugh ci sono quattro donne, ventitrè in tutto il Senato.
Nel 1991, al Senato non c'erano i bagni per le donne, nel 1993 sì.