Ohibò, la Baviera avrà un governo centrista. Intervista ai Freie Wähler
Un deputato dei Liberi elettori, i primi interlocutori della Csu, ci spiega le sue priorità e il traino delle proposte più moderate
Berlino. “Non ho visto linee rosse insormontabili”. I colloqui esplorativi fra i cristiano-sociali (Csu) e i Liberi elettori bavaresi (Fw) sono andati bene, come dichiara il leader dei Freie Wähler, Hubert Aiwanger, dopo il suo incontro con il governatore uscente della Baviera, Markus Söder. Che fra il primo e il terzo gruppo parlamentare al Landtag di Monaco vi sia affinità non è un mistero. Già poco dopo la chiusura dei seggi domenica scorsa, Söder aveva affermato di avere “una preferenza” riguardo all’alleato da scegliere per il prossimo governo regionale – una scelta obbligata dopo la perdita della maggioranza assoluta cui la Csu era abituata da decenni.
Anche da Berlino, l’ancora presidente della Csu e ministro federale dell’Interno, Horst Seehofer, si è speso a favore di un’alleanza con i Freie Wähler, ma i giochi sono all’inizio. Söder controlla 85 deputati sui 205 del 18esimo Landtag bavarese e per arrivare alla maggioranza di 103 gliene mancano in teoria soltanto 18. Poiché i Liberi elettori ne hanno 27, i socialdemocratici 22 e i Verdi 38, il governatore potrà scegliere fra chi gli parrà più intenzionato a sostenere il programma della Csu. Lieti di essere rientrati in Parlamento, si rivelano invece ininfluenti i Liberali: troppo pochi i loro undici seggi per fare la differenza. Esclusi, infine, restano i 22 rappresentanti di AfD. Söder ha già fatto sapere di non voler parlare con il partito dell’estrema destra, “ma anche noi non abbiamo niente da dire” all’AfD, dice al Foglio Michael Piazolo. Deputato regionale dei Fw dal 2008 e già presidente della commissione Cultura del Landtag, Piazolo assicura che i Liberi elettori andranno al governo solo con la Csu: “Una maggioranza senza i cristiano-sociali è matematicamente impossibile”.
Non è solo una questione aritmetica. Se un recente studio della Fondazione Bertelsmann indica che stiamo assistendo a un’ondata di polarizzazione della politica tedesca, con il centro (leggi la Cdu e la Spd) che perde consensi a favore delle estreme, la Baviera è l’eccezione che conferma la regola. “Tanto per cominciare, noi siamo una formazione centrista e non abbiamo fatto alcun balzo in avanti, limitandoci a consolidare il risultato del 2013 (dal 9 all’11.6 per cento)”, dice Piazolo. Molti dei voti in libera uscita dall’Spd sono stati intercettati dai Verdi e che AfD ha preso il 2,2 per cento in meno di quanto raccolto nei collegi bavaresi alle legislative di un anno fa. I socialcomunisti della Linke dal canto loro sono passati dall’1,1 al 3,2 per cento restando fuori dal Landtag. Si può quindi affermare che a Monaco e dintorni è stato il centro a vincere le elezioni. Un centro moderato al quale i Freie Wähler dichiarano orgogliosamente di appartenere. E la crisi dei profughi motore immobile della politica tedesca dal 2015 a oggi? “E’ un tema che non ci appassiona”, risponde Piazolo, ricordando che i numeri degli arrivi sono molto diminuiti e dicendosi più interessato alla gratuità degli asili nido per i bambini dei residenti in Baviera.
Poco ideologici, i Fw sono molti attenti al livello locale pur ben consapevoli che esiste un livello globale che influenza il loro mondo. “Il commercio con gli altri stati è alla base del nostro benessere, pertanto respingere il negoziato sarebbe un errore”, dichiarava un anno fa l’unica eurodeputata dei Fw, Ulrike Müller, in materia di accordo di libero scambio Ue-Canada (Ceta). I liberi elettori tengono dunque la barra al centro puntando sulla Csu, della quale respingono il progetto per una terza pista all’aeroporto di Monaco. “Il traffico aereo in Baviera non è in crescita, meglio investire per superare la crisi degli alloggi ed evitare la chiusura programmata di troppi ospedali”. Non è neppure grazie alle croci negli uffici pubblici o al programma spaziale bavarese che Söder otterrà l’appoggio dei bavaresi. “La politica regionale non faccia troppe messe in scena”, conclude Piazolo. “Meglio occuparsi dei servizi alla persona”.