In nome dell'Ue sovrana
L’Europa sprofonda in una crisi simile a quella degli anni Trenta, dice Macron. Ma c’è una speranza
“Finirà mai questa caduta?”, si domandava Alice scivolando giù. Più scivolava, più si chiedeva se il tunnel fosse davvero così lungo o se invece lei stesse sprofondando “assai adagino”. Così lentamente, senza accorgersene, anche l’Europa sprofondò in un tunnel simile che la portò dalla Prima guerra mondiale agli anni Trenta e forse, secondo il presidente francese Emmanuel Macron, ci siamo di nuovo. In un intervento per il giornale Ouest-France, il presidente francese ha detto di essere spaventato dalla somiglianza tra l’attuale situazione dei paesi europei e quella che è emersa durante il periodo tra le due guerre mondiali. La crisi economica, le paure dei cittadini che hanno trovato riparo nella retorica dei nazionalisti: “Con metodo – ha detto Macron – vediamo che si stanno ripresentando tutte le fasi che hanno condotto l’Europa alla crisi del 1929”. Mentre sprofondiamo “bisogna ricordare, rimanere lucidi e sapere come resistere portando avanti il vigore della democrazia e della repubblica”.
L’11 novembre più di cento leader da tutto il mondo andranno a Parigi per commemorare la fine della Prima guerra mondiale, ci saranno gli eredi dei vincitori e quelli dei vinti, e il presidente francese ha voluto che quel giorno non si ricordi tanto la vittoria della Francia, quanto la fine di una catastrofe. Ha voluto accantonare la francesità, per un attimo, perché il senso europeo di quella guerra non sta nella vittoria di alcuni stati, ma nella tragedia di tutti. Se sarà questo il tema della commemorazione ancora non si sa con certezza, a Parigi lo hanno accusato di revisionismo e di voler “lasciare intendere che i soldati sono morti senza uno scopo”, ha scritto sul Figaro lo storico ed ex ufficiale della marina francese, Michel Goya. A partire da domenica, Macron visiterà i campi di battaglia francesi: “Non voglio solo osservare la storia, voglio renderle omaggio e cercare di trarne delle lezioni”. Celebrare per ricordare. Ricordare per raddrizzare il futuro, magari mentre si precipita nel tunnel della storia, quando ancora si è in tempo.
Per non cadere bisogna resistere, aggrapparsi, farsi male mentre si tenta di ritirarsi su. Ma non è questa l’Europa che può salvarsi, deve cambiare: “C’è bisogno di un’Europa più sovrana e più multilaterale”, ha detto Macron. Lo scorso aprile, davanti al Parlamento europeo, il presidente francese era tornato a parlare di riforme per rilanciare l’Unione europea, questa per lui è sempre stata l’unica via per uscire dalla “guerra civile” tra europeisti e nazionalisti. L’Ue ha bisogno di un cambiamento e Macron lo dice da tempo parlando di una riforma dell’unione monetaria e di una difesa della sovranità europea. “L’Europa rischia di essere fatta a pezzi dalla lebbra nazionalista”, dice a Ouest-France il presidente francese che avverte del rischio e dell’enorme paradosso che portano in sé i populismi pronti a distruggere l’Europa in nome della sovranità nazionale, ma disposti a concedersi alle potenze straniere.
Il governo italiano preferirebbe vendere i titoli di stato a Russia e Cina, pur di far guerra a Bruxelles. Così anche l’est Europa, il gruppo di Visegrád, dove si stanno concentrando gli investimenti di Pechino. È in questo modo che si perde la sovranità, avverte Macron, lasciando che le potenze esterne si prendano l’Ue: “Vale a dire, dipendere dalle scelte americane in fatto di sicurezza, avere una Cina sempre più presente negli investimenti che riguardano le infrastrutture e una Russia pronta a manipolare ogni scelta”. L’unica in grado di difendere la sovranità è l’Europa, avverte Macron, ma bisogna accorgersene prima che il tunnel finisca.
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