Francia nel caos per i “gilet gialli”
Oltre 280 mila persone sono scese in strada a sostegno della protesta contro il caro benzina. Più di 2.000 i blocchi. Tensioni con le forze dell'ordine. Il bilancio provvisorio è di 227 feriti, di cui 7 gravi, e un morto
Parigi. La parola d’ordine era “blocchiamo tutto!”, e oggi, in tutta la Francia, il movimento sociale dei “gilet gialli”, nato in protesta contro il caro benzina (3 centesimi al litro in più per la benzina a partire dal 1° gennaio 2019, 6 per il diesel), è stato protagonista di una mobilitazione inedita che ha fatto scendere nelle strade 283mila persone.
La contestazione, nata spontaneamente sui social network tra una petizione, un video virale (sopra) di una cittadina bretone e una pagina Facebook, si è trasformata in una protesta totale contro la politica del governo, in particolare in materia fiscale. “Macron dimettiti!”, hanno urlato 1.200 manifestanti che nel tardo pomeriggio si sono avvicinati all’Eliseo e all’adiacente ministero dell’Interno, costringendo i Crs, gli agenti della polizia antisommossa, a lanciare gas lacrimogeni per evitare che la situazione degenerasse.
I blocchi stradali, in tutta la Francia, sono stati più di 2mila, secondo le cifre diramate dal ministro dell’Interno Christophe Castaner, e gli incidenti tra i “gilet gialli”, i francesi contrari alla protesta e le forze dell’ordine hanno provocato 227 feriti, di cui 7 gravi, e 1 morto. La tragedia che ha portato al decesso di una manifestante e ha macchiato la giornata di contestazione si è consumata questa mattina a Pont-de-Beauvoisin, in Savoia. Una madre, che stava portando sua figlia dal medico, ha forzato il posto di blocco formato dai gilet gialli, travolgendo e uccidendo una donna di 63 anni, secondo quanto riportato dalla prefettura. L’automobilista, attualmente in stato di fermo, ha detto di aver accelerato perché “presa dal panico”, dopo che i manifestanti hanno iniziato a battere i pugni sulla sua vettura.
Il Parisien, a fine giornata, ha raccolto tutti gli incidenti segnalati dalle prefetture, evidenziando che nessuna zona è stata risparmiata. A Quimper, in Bretagna, due poliziotti sono stati feriti durante una manifestazione molto tesa davanti alla prefettura locale, mentre a Strasburgo, a nord est della Francia, un agente a bordo della sua moto è stato falciato da un’auto e le sue condizioni sarebbero gravi. Nel Vaucluse, nel sud est del paese, un uomo ha investito diversi “gilet gialli” prima di prendere la fuga, un altro ha fatto la stessa cosa a Grasse, nel dipartimento delle Alpi-Marittime, ferendo un poliziotto dopo aver forzato il posto di blocco.
La rabbia dei “gilets jaunes” è arrivata fino alla Riunione, con 15 dei 24 comuni dell’isola coinvolti dai blocchi, e a un’altra isola importante come la Corsica. Anche lì, nel comune di Porto-Vecchio, un agente e un manifestante sono finiti in ospedale, dopo essere stati travolti da un automobilista ostile alla protesta. Fino al primo pomeriggio, i gilet gialli avevano ostruito l’accesso al traforo del Monte Bianco, e soltanto l’intervento dei poliziotti antisommossa ha permesso di sgomberare la strada (a seguito dei tafferugli, è stato disposto il blocco del transito dei tir nel tunnel, mentre è tornato regolare quello delle auto).
Il bilancio è ancora provvisorio, e soltanto domani, probabilmente, si avranno i dati definitivi. Il ministero dell’Interno, attraverso un comunicato pubblicato poco prima delle 17.30, ha fatto sapere che 38 persone sono attualmente in stato di fermo. Senza gilet giallo, ma determinato a cavalcare l’onda del malcontento, Laurent Wauquiez, leader dei Républicains, si è presentato con i manifestanti nel suo feudo del Puy-en-Velay, nell’Alta Loira, augurandosi che il presidente “correggerà i suoi errori annullando l’aumento delle tasse sul carburante”. Jean-Luc Mélenchon, guida della France Insoumise, il partito della sinistra radicale, ha soffiato sulla brace della retorica popolo-élite. “Il clamore di una Marsigliese di fronte all’Eliseo. Grandeur della memoria popolare dinanzi ai monarchi”, ha scritto su Twitter. Marine Le Pen, presidente del Rassemblement national, non è scesa in strada, ma ha manifestato pubblicamente il suo sostegno alla protesta contro Macron. Quest’ultimo, ha promesso un’“indennità chilometrica” destinata alle persone che quotidianamente fanno trenta-quaranta chilometri per andare al lavoro, il premier, Edouard Philippe, ha aggiunto che un finanziamento di 4mila euro per sostituire auto diesel di modelli più vecchi verrà sbloccato per le famiglie meno abbienti. “La tassa ecologica è giusta”, ha dichiarato Daniel Cohn-Bendit. Gran parte del popolo francese, per ora, non è dello stesso avviso.