Nel golfo del Bengala c'è un'isola che piacerebbe tanto a Salvini e Di Maio
La tribù che ha ucciso il giovane missionario americano non accetta stranieri e non si vaccina per difendere la propria identità
Rigidamente No Vax, vogliono difendere la loro identità e non gradiscono l'influenza corruttrice della globalizzazione. Per loro, l'apertura dei confini è foriera di immigrati: sgraditi e oltretutto portatori di pericolose malattie per le quali non hanno la benché minima intenzione di vaccinarsi, oltre che di fedi religiose estranee alla loro tradizione. Per evitare ogni contagio, di virus e di fedi, i loro porti sono rigorosamente chiusi a ogni imbarcazione. Sì: sembra proprio l'Italia di Salvini e Di Maio. Ma non lo è: per lo meno, non lo è ancora con questo rigore. In futuro, chissà? Comunque, non stiamo parlando di Salvini: il ministro dell'Interno che su Facebook lancia slogan da Paleolitico, chiude i porti, è alleato con chi vuole togliere l'obbligo dei vaccini, sta nell'Unione europea con la chiara voglia di uscirne, e si agita per evitare l'islamizzazione. Stiamo parlano dei sentinelesi: l'etnia dell'isola di North Sentinel, nelle isole Andamane, che in una cultura rimasta al Paleolitico ci vive proprio. I sentinelesi a ogni imbarcazione che si affaccia sulle loro coste tirano nugoli di frecce, non si vaccinano, stanno nell'Unione indiana senza neanche saperlo, e per evitare di essere cristianizzati hanno appena ucciso a frecciate un poveraccio che era venuto a convertirli.
Ma di questo i media internazionali ne hanno parlato. Si è dunque riferito che il 27enne John Allen Chau veniva da Vancouver nello stato di Washington (da non confondere con quella in Canada). Benché l'accesso all'isola sia vietato, il giovane aveva deciso di recarvisi lo stesso, per predicare il Vangelo. Aveva chiesto un passaggio a due pescatori, per terminare poi il percorso in canoa. Malgrado il nugolo di frecce subito innalzatosi contro di lui, Chau era stato visto continuare ostinatamente a pagaiare. I media hanno già riferito anche che il cadavere è stato poi trascinato via dagli indigeni con una corda al collo. Soggetto degli articoli anche il fatto che i sentinelesi sono una delle ultime popolazioni incontattate rimaste sul pianeta. Scoperti nel 1967, valutati tra le 50 e le 200 persone, in questi 51 anni sono stati fotografati soltanto da lontano: in genere schierati lungo la spiaggia, nel gesto di mostrare archi e frecce in modo minaccioso. Una cosa che non è stata ricordata è che in realtà il governo indiano sta cercando di sensibilizzarli riguardo alle virtù della civiltà attraverso l’invio periodico di barche cariche doni: nastri colorati, noci di cocco, riso cotto, patate dolci e barchette di alluminio. Sembra che i sentinelesi prendano nastri, cocco e patate, lascino riso e barchette, e cerchino di segnalare che preferirebbero essere lasciati in pace. Da Nuova Delhi comunque hanno dislocato alcune unità navali per proteggerli, e proprio perché il malcapitato Chau era stato avvertito non ci sarà alcuna indagine penale sulla sua morte: malgrado le proteste di alcuni missionari americani.
Attenzione però: nelle isole Andamane non ci sono solo i sentinelesi come etnia indigena locale. Ve ne sono quattro: che non fanno in realtà più di qualche centinaio di unità, sui 250.000 abitanti dell'arcipelago, in generale discendenti da migranti dall'India continentale. Due di queste etnie vivono in riserve dopo essere state contattate nell'800, e in effetti sono state le malattie a ridurli a poche decine, da varie migliaia che erano. Ma ne esiste una terza, che è rappresentata dagli jarawa: circa 300 persone, che furono contattate tra 1968 e 1974. Dal 1997 questo popolo neolitico iniziò ad avvicinarsi ai villaggi, probabilmente in seguito alla mediazione di un loro adolescente che dopo essere stato curato dai residenti locali per una frattura al piede e essere tornato tra i suoi, aveva loro riferito delle buone disposizioni di questi estranei. Purtroppo, però, questi primi timidi contatti sono stati sufficienti a scatenare l’epidemia di morbillo che uccise 140 jarawa: quasi metà dell’intera etni. Insomma, o il vaccino, o le frecce!