L'ultima campagna di Theresa May sulla Brexit
"O il mio accordo, o nessun accordo". La premier ha due settimane per convincere i "deputati responsabili"
I leader europei hanno approvato l'accordo sulla Brexit, ma hanno detto che non sono disposti a negoziare una nuova intesa in caso di bocciatura del Parlamento britannico. La questione relativa allo status di Gibilterra, per cui la Spagna aveva minacciato di votare contro l'accordo, è stata risolta. Gibilterra non verrà inclusa nell'accordo tra Londra e Bruxelles, ma verrà negoziata separatamente.
La premier britannica Theresa May avrà poco tempo a disposizione per persuadere i suoi deputati a sostenere l'accordo. Fonti dell'Unione europea sostengono che il voto della Camera dei comuni si svolgerà probabilmente il 10 o l'11 dicembre, pochi giorni prima del summit europeo del 13. Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e i leader europei hanno spiegato che non c'è alternativa all'intesa May. Juncker ha detto che “questo è il migliore accordo possibile e l'Ue non cambierà la sua posizione fondamentale”.
Un messaggio implicito ai ribelli conservatori che minacciano di votare contro l'intesa ma anche ai laburisti. Jeremy Corbyn ha invitato i suoi deputati a votare contro l'intesa per spingere il paese verso nuove elezioni e negoziare un nuovo accordo secondo le prerogative dei Labour. I paese dell'Ue hanno chiarito che questo non sarà possibile. Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha detto che è “impossibile riaprire il testo. Tuttavia, l'aula di Bruxelles voterà sull'accordo anche in caso di bocciatura del Parlamento britannico”. Il voto si svolgerà probabilmente a febbraio o marzo e non ci sono grandi possibilità che venga bocciato.
La May domenica ha inviato una “lettera alla nazione” per convincere l'opinione pubblica a sostenere la sua intesa. La premier ha scritto che “questo è un accordo per un futuro più luminoso, che ci consente di trarre vantaggio dalle opportunità che abbiamo di fronte a noi”. La May ha ricapitolato i benefici del suo accordo: il Regno Unito non dovrà più pagare la sua quota annuale all'Unione europea, smetterà di essere sotto la giurisdizione della Corte di giustizia europea, e uscirà dalla Politica agricola comune e dalla Politica comune della pesca. Soprattutto, sottolinea la May, dopo la Brexit non ci sarà più la libera circolazione delle persone, e il Regno Unito tornerà a essere responsabile della propria politica migratoria. Per queste ragioni, spiega la premier, l'accordo “onora il risultato del referendum del 2016”.
Tuttavia, non sarà facile convincere i deputati conservatori sostenere l'intesa: secondo le stime, 88 tories minacciano di votare contro. Inoltre, nove deputati su dieci del partito unionista nordirlandese (DUP) hanno giurato di bocciare l'intesa e un solo deputato dei Libdem ha promesso di votare a favore. Secondo una ricostruzione del Times, se la May riuscisse a limitare il numero di dissidenti conservatori a 20, avrebbe comunque bisogno di 28 voti fuori dal suo partito per fare passare l'accordo. L'ipotesi più plausibile, seppur improbabile, è il soccorso di una pattuglia di deputati laburisti spaventati dalle conseguenza di un mancato accordo. Il deputato ed ex ministro conservatore Ken Clarke ha detto al Foglio che l'accordo verrà probabilmente bocciato a dicembre ma successivamente i conservatori dovranno trovare un'intesa con i laburisti moderati per una soft Brexit. Nel frattempo la May ripete che “l'alternativa al mio accordo è nessun accordo”. Questa è la sua strategia per convincere i deputati “responsabili” a votare a favore ed evitare un salto nel vuoto.
Dalle piazze ai palazzi
Gli attacchi di Amsterdam trascinano i Paesi Bassi alla crisi di governo
Nella soffitta di Anne Frank