Rutte e quel “vaso fragile” da custodire che si chiama Europa
"Il Regno Unito non riesce più a mettere insieme i pezzi sulla Brexit". Il monito del premier olandese
Milano. Il premier dei Paesi Bassi, Mark Rutte, ha scritto una lettera agli olandesi, che è uscita martedì su una pagina pubblicitaria del quotidiano Algemeen Dagblad, e che inaugura la campagna elettorale per le prossime elezioni provinciali del paese, previste per la primavera del prossimo anno, che contribuiscono alla definizione delle forze politiche in Senato, dove attualmente il partito del premier, il Vvd, ha soltanto un seggio di maggioranza. “Beste Nederlanders”, scrive Rutte, viviamo in un paese “che non è perfetto ma nel quale facciamo grandi progressi”, perché questa nazione “appartiene a tutti noi” ed è “un bene prezioso”, ma è anche “fragile” e “potrebbe rompersi” facilmente.
Questo bene prezioso che si chiama Olanda è, secondo il premier, “un vaso delicato”, nelle mani di 17 milioni di olandesi “normali ed eccezionali” che “non soltanto vogliono una vita bella per sé e per chi sta loro intorno, ma vogliono anche contribuire alla felicità degli altri”. Ma il vaso è fragile e per mantenerlo intatto Rutte dice che deve sempre lavorare a compromessi, non riesce quasi mai ad andare dritto per la sua strada, ma per salvaguardare il vaso e non rischiare di creparlo, se non addirittura di spaccarlo, bisogna dotarsi di grande, indefessa “responsabilità”. Chi non fa questo sforzo, che significa dialogo e mani tese e non soltanto scontro e insofferenza, rischia di “stringere troppo forte il vaso” ed è così, nell’intolleranza e nel calcolo politico fine a se stesso, che le cose preziose finiscono per rompersi, anche quelle che a prima vista paiono indistruttibili.
La lettera pubblicata dal premier olandese Mark Rutte sul giornale Algemeen Dagblad
Guardate il Regno Unito, dice Rutte, e questo riferimento ha avuto naturalmente grande risonanza sui giornali britannici: chi si indigna perché gli europei vogliono sempre impartire lezioncine, e chi si vorrebbe nascondere, perché l’Inghilterra con la sua Brexit sta diventando l’esempio negativo per tutti, l’alunno dietro la lavagna con le orecchie da somaro (e lo spettacolo in Parlamento ieri non ha aiutato, in realtà non aiuta mai: il leader dell’opposizione, Jeremy Corbyn, avrebbe detto “stupida donna” rivolto alla premier, Theresa May). Rutte, che tra le intemperanze dei gilet gialli anti Macron in Francia e la transizione verso il dopo Merkel in Germania si sta accreditando come guida dei liberali europei, scrive: “Guardate il Regno Unito. Lì i politici e il popolo hanno dimenticato quel che hanno ottenuto insieme, e ora sono impantanati nel caos”.
È come se tutto il paese, tutto insieme, avesse “lasciato cadere il vaso”, e ora nessuno riesce a mettere insieme i pezzi, soprattutto nel momento in cui nessuno si prende la responsabilità di farlo. Il confronto tra le varie forze politiche, molto duro, molto ideologizzato, è secondo Rutte paragonabile ai padri che vanno a vedere i figli che giocano a calcio: tutti gridano, tutti pensano di aver ragione, e dove va la palla quasi non importa. Vediamo tanti politici “che urlano qualsiasi cosa dentro ai microfoni, ma sanno che non ci saranno mai le maggioranze per fare esattamente quello che dicono, e così non saranno mai costretti ad assumersi la responsabilità” delle loro parole. Rutte si rivolge ai suoi oppositori politici, in particolare a Geert Wilders che infatti ha preso la pubblicità e l’ha riscritta a modo suo, ma intanto consegna un buon ritratto di quel che è l’Europa oggi, in ogni paese e nel suo complesso. Molta ideologia urlata, molti passi indietro e alcune retromarce quasi impossibili, come la Brexit. Siamo un vaso fragile, maneggiamoci con cura.