L'attore presidente dell'Ucraina
Volodymyr Zelenski ha interpretato il capo dello stato in una serie tv, e adesso si candida
Roma. “Sì, mi candido”. Petro Poroshenko avrà sussultato e bofonchiato “No, anche lui”. Yulia Tymoshenko avrà comunque sorriso, sussurrando a denti stretti “No, è più conosciuto di me”. La candidatura di Volodymyr Zelenski ha sconvolto tutti senza stupire nessuno. Che l’attore e produttore avrebbe potuto decidere di buttarsi nella campagna elettorale per le elezioni presidenziali che si terranno a Kiev il 31 marzo, se ne parlava. I sondaggi lo davano al secondo posto, dietro all’ex primo ministro Tymoshenko e comunque davanti al presidente Poroshenko. D’altronde Zelenski è un attore, è uno dei creatori degli studi Kvartal 95, produttori di programmi televisivi comici e soprattutto di una serie, bizzarra e visionaria. La serie si chiama “Il servitore del popolo”, e ha avuto un successo incredibile in Ucraina, i produttori decisero anche di mettere qualche puntata su YouTube, il suo protagonista, Vasyl Petrovych Holoborodko è diventato un modello, un eroe nazionale ed era interpretato proprio da Volodymyr Zelenski.
Sembra un film, si direbbe, ma il protagonista, un professore di storia al liceo, dopo un bellissimo discorso sui valori della democrazia e contro la corruzione si ritrova candidato alla presidenza dell’Ucraina. Il povero docente voleva soltanto trasmettere degli ideali ai suoi studenti, che però presi dalla fascinazione, dalla rabbia adolescenziale e dall’estasi da social hanno messo il discorso online. Tutti i cittadini lo hanno visto. Tutti i cittadini lo hanno condiviso e il professore alla fine decide di accettare la candidatura e diventa presidente. Dopo che a marzo era stato fondato un partito con il nome della serie, Il servitore del popolo, Sluga Narodu, qualcuno un po’ per celia un po’ per speranza ha iniziato a diffondere sondaggi in cui Zelenski figurava tra i candidati alla presidenza. Eppure l’attore ancora non si era espresso, ma i sondaggi, proprio come nella serie, lo davano tra i favoriti.
Lunedì notte, poche ore prima della mezzanotte, proprio mentre gli altri canali trasmettevano il discorso di Petro Poroshenko, l’attore ha annunciato la sua candidatura: “A differenza dei nostri politici non volevo farvi promesse vane. Ma ora, soltanto pochi istanti prima del nuovo anno, posso promettervi che sarò in grado”. Ogni ucraino, secondo Zelenski, ha di fronte a sé tre opzioni: vivere senza prestare attenzione a ciò che sta accadendo, trasferirsi in un altro paese, o fare come lui “per cercare di cambiare il paese”. Volodymyr Zelenski piace, ha dalla sua il potere mediatico e la fama, potrebbe anche avere più fortuna e seguito di Klichko – il pugile che perse le elezioni a sindaco di Kiev nel 2006, si presentò poi alle presidenziali nel 2014 e infine decise di sostenere Poroshenko –, sta già mobilitando molti giovani e preoccupando gli sfidanti. Sembra un film, si direbbe. E in parte lo è. Il copione, Zelenski lo conosce a memoria, resta l’incognita di come si interpreti davvero il ruolo del presidente dell’Ucraina, una nazione povera, in guerra con la Russia, e con un alto livello di corruzione.
Dalle piazze ai palazzi