L'alleanza che Salvini cerca a Varsavia non piace granché ai polacchi
La Polonia è un paradosso e per Kaczynski stringere patti elettorali con i sovranisti euroscettici è un rischio
Roma. Sarà pur vero che italiani e polacchi sono storicamente legati da un forte rapporto di fratellanza – l’Italia è presente nel loro inno come la Polonia nel nostro, una reciprocità unica al mondo – ma la visita di Salvini a Varsavia ha lasciato i polacchi un po’ dubbiosi. Va bene la comunità storica e culturale, ma la possibilità che il partito di governo PiS entri a far parte di un grande gruppo sovranista ai cittadini non piace granché. Anzi l’idea che il PiS si sieda vicino a Salvini e La Pen o ai nazionalisti cechi, tedeschi o slovacchi, un covo di amicizie putiniane, nell’Europarlamento fa addirittura paura ai polacchi. Ma il PiS dovrà prendere una decisione per le europee, il suo gruppo, i Conservatori e riformisti (Ecr) fondato dai Tory inglesi anni fa, si spopolerà e la verità è che se non ha più senso stare nell’Ecr, “Jaroslaw Kaczynski vorrebbe poter entrare nel Ppe”, dice al Foglio Bartosz Wielinski del quotidiano polacco Gazeta Wyborcza.
Ma nulla da fare, essere sovranista ed euroscettico e confondersi tra le fila dei popolari è un lusso che è stato concesso soltanto al premier ungherese Viktor Orbán. “Né Kaczynski, né il primo ministro Mateusz Morawiecki hanno lo stesso peso internazionale del leader ungherese”, dice il giornalista. Per cui il PiS una decisione dovrà prenderla, ma la strada dell’internazionale sovranista non è l’opzione che i polacchi preferiscono. C’è innanzitutto l’ombra della Russia, tutti i partiti nazionalisti hanno avuto o cercato legami con il Cremlino, mentre Varsavia non ha fatto altro che evitarli. Anzi, la russofobia è stato uno degli strumenti elettorali usati dal PiS per vincere le elezioni del 2015 e spiegare ai polacchi che all’improvviso Vladimir Putin non è più una minaccia ma un’occasione non sarebbe facile. “L’alleanza tra Matteo Salvini e Jaroslaw Kaczynski non regge, è un’idea strampalata, saranno pure esponenti di due partiti sovranisti, ma non allo stesso modo”, spiega Wielinski. I sovranismi per loro natura sono pieni di sfumature e l’idea di un movimento in grado di tenerli tutti insieme per sovvertire e riformare l’Europa fa paura ma è, allo stesso tempo, poco conforme al concetto stesso di sovranismo. “Ad esempio – riprende il giornalista – la Polonia si regge su un enorme paradosso: la popolazione è europeista con convinzione, sa cosa ha fatto l’Unione per la nazione, sa quanti soldi riceve; il governo dice di essere euroscettico, ma non può permettersi di portare avanti una campagna elettorale contro l’Europa perché non avrebbe i voti dei polacchi”. Tanto più che a ottobre si vota a Varsavia e il PiS che pure è stato promosso dal test elettorale delle regionali alcuni mesi fa, dovrà essere astuto alle europee e stringere un’alleanza con Salvini e Le Pen è una mossa rischiosa. Mercoledì il ministro dell’Interno italiano ha detto di essersi presentato in Polonia con delle idee: “Siamo d’accordo sul 90 per cento degli argomenti, il 10 ce lo teniamo per lavorarci”, ha detto a conclusione dell’incontro con Jaroslaw Kaczysnki. Ha spiegato di essere andato a Varsavia per proporre al PiS di creare un patto per l’Europa in dieci punti, un contratto sul modello di quello “del governo italiano, formato da due forze” da estendere poi a olandesi, francesi, tedeschi, a tutti quelli che vorranno condividerlo. Kaczysnki non ha parlato, ha sorriso in qualche photo opportunity, ha salutato, ma dovrà pensarci bene se questa alleanza conviene davvero al suo partito. “Il PiS e la Lega hanno molto in comune – dice al Foglio un deputato del partito di governo polacco – Abbiamo lo stesso attaccamento per le tradizioni, vogliamo tutelare la cultura, la religione, la famiglia. Da questo si può partire per costruire un’alleanza”. Tuttavia entrare in un’orbita euroscettica ai polacchi non conviene.
A cinque mesi dalle elezioni europee il PiS e la Lega sono alla ricerca di compagni e partner e di un casa da abitare all’Europarlamento. Vogliono riformare l’Europa a loro immagine e somiglianza. Ma è qui il problema, i due non si assomigliano, nessun sovranista assomiglia all’altro, e l’Europa delle riforme populiste sarebbe soltanto una caricatura dell’originale. Uno scarabocchio in dieci punti.