Rivelazione micidiale: “Il presidente trattava coi russi un affare da 300 milioni di dollari”
Uno scoop della stampa americana riporta che Trump ha ordinato al suo avvocato di mentire al Congresso riguardo agli affari in corso con la Russia
New York. Giovedì alle dieci di sera il sito Buzzfeed ha pubblicato uno scoop pesantissimo sull’inchiesta a proposito dei rapporti tra il presidente americano Donald Trump e la Russia. Secondo due fonti che lavorano all’indagine, il presidente ha ordinato al suo avvocato personale Michael Cohen di mentire al Congresso per coprire i suoi negoziati del 2016 con il governo russo per costruire a Mosca una nuova Trump Tower – il grattacielo di 58 piani sulla Fifth Avenue a New York. Trump sostiene che quel progetto era stato soltanto un’ipotesi di business passeggera e mai approfondita che aveva fatto parte in modo naturale della sua vita precedente di imprenditore e che i negoziati con il Cremlino si sono interrotti a gennaio 2016. Ora scopriamo che erano andati avanti fino a estate inoltrata (quando ormai lui era già diventato il candidato ufficiale del Partito repubblicano, la Convention cominciò il 18 luglio) e che Trump premeva molto per concludere l’affare. Trump e Cohen si incontrarono almeno dieci volte durante la campagna elettorale per portare a casa un accordo con i russi e quando l’avvocato propose a Trump di incontrare il presidente Vladimir Putin per trattare direttamente con lui Trump gli disse: “Make it happen”, fissa l’incontro. Dall’accordo moscovita si aspettava un guadagno netto di trecento milioni di dollari. Due figli, Ivanka e Donald Junior, seguivano anche loro ed erano al corrente di tutta la faccenda. Cohen ha nascosto tutto questo su ordine di Trump alla commissione del Senato che sotto giuramento gli ha chiesto conto del progetto di una Trump Tower a Mosca.
In questi mesi le notizie a proposito delle inchieste che riguardano il presidente sono uscite in modo frammentato, di solito sono basate su documenti legali censurati per non rivelare nulla più del necessario e sono scandite dal ritmo degli arresti. E’ un format difficile da seguire, perché a ogni giro tocca aggiungere un pezzettino. Ma questo articolo di Buzzfeed è molto semplice e micidiale così, se sarà confermato dall’inchiesta ufficiale. Trump ha ordinato a Cohen di mentire sotto giuramento al Congresso, quindi per un meccanismo legale ovvio è colpevole anche lui. Inoltre lo ha fatto quando era già presidente, quindi c’è anche un caso di ostruzione alla giustizia – lo stesso reato che costrinse Nixon a lasciare la Casa Bianca. Infine, lo ha fatto per coprire rapporti d’interesse con il governo russo che ha sempre negato.
Un punto importante: la fonte dell’articolo di Buzzfeed non è Cohen, che il presidente e il suo difensore Rudy Giuliani trattano come un bugiardo che mente soltanto per evitare anni di prigione, ma due persone che lavorano all’indagine. Venerdì Giuliani ha detto che “se credete a Cohen ho un affare da proporvi che riguarda il ponte di Brooklyn” per sorvolare sul fatto che le rivelazioni sono basate su documenti, mail e testimonianze di altre persone che erano presenti alle conversazioni e che sono già da tempo a disposizione del procuratore speciale Robert Mueller che guida l’inchiesta. Da quando ha deciso di collaborare, Cohen è stato sentito molte volte da Mueller ed è probabile che gli sia stato chiesto di confermare elementi che erano già stati scoperti. In questo contesto, Cohen ha accettato di parlare davanti al Congresso il 7 febbraio, sotto giuramento e in diretta televisiva. Se dicesse davanti ai deputati e alle telecamere anche soltanto le stesse cose contenute nel pezzo di Buzzfeed – che Trump gli ha chiesto di mentire a proposito di una collusione con il governo russo – per il presidente le cose si metterebbero molto male. Trump ha già mandato le sue risposte scritte al procuratore Mueller a fine novembre. Cosa succede se, dopo avere ordinato a Cohen di mentire, ha mentito pure in quelle e il procuratore ha in mano gli elementi per dimostrare che ha mentito? Martedì il senatore trumpiano Lindsey Graham ha chiesto a William Barr, sentito in audizione per essere confermato ministro della Giustizia, se un tentativo qualsiasi di nascondere la verità da parte del presidente è ostruzione di giustizia e Barr ha risposto: “Sì”.
*L'articolo di Buzzfeed è di giovedì sera. Venerdì sera (ora americana) Peter Carr, un portavoce del procuratore speciale Mueller, ha contestato l'articolo e l'ha definito "not accurate". E' la prima volta da quando l'inchiesta è cominciata nel maggio 2017 che l'ufficio del procuratore decide di fare una dichiarazione sulle informazioni contenute in un articolo, vuol dire che è una smentita secca e ufficiale.