Il piano di En Marche per l'Europa
Astrid Panosyan, consigliera di Emmanuel Macron, ci spiega i pilastri, alleanze, interlocutori della campagna europea
Parigi. Quando Emmanuel Macron era al ministero dell’Economia, Astrid Panosyan era al suo fianco come consigliera incaricata di attirare gli investimenti stranieri, un posto chiave nel gabinetto del futuro presidente della Repubblica francese. Nel 2016, era in prima linea tra i fondatori di En Marche!, e oggi, da delegata per l’Azione internazionale del partito di governo, dunque di ambasciatrice del macronismo, gira l’Europa per saldare i rapporti tra europeisti, perché la minaccia populista che incombe sulle elezioni di maggio richiede una mobilitazione costante. A novembre la Panosyan era a Madrid per il congresso dell’Alde (Alleanza dei liberali e dei democratici europei) ospitato da Albert Rivera di Ciudadanos, sarà domani, sabato 26 gennaio, a Milano per il congresso nazionale di +Europa e per partecipare a un dibattito pubblico su Europa e nazionalismi con Sandro Gozi, attuale presidente dell’Unione dei federalisti europei. “Nell’aprile del 2018, quando è stata lanciata la Grande Marche pour l’Europe, ho detto che l’azione che volevamo intraprendere in Europa si sarebbe ispirata a quello che avevamo già fatto in Francia: una consultazione massiva per sapere quali sono le aspirazioni dei cittadini europei, per capire cosa va e cosa non va. – dice al Foglio la Panosyan – L’altro elemento importante dell’azione di En Marche! è la volontà di lavorare al di là degli schemi politici tradizionali. A Madrid, in occasione del congresso dell’Alde, ho detto questo: per pesare nel Parlamento europeo bisogna andare oltre le logiche del passato, costruire un contratto di coalizione su temi precisi, dove possiamo trovare delle convergenze con partiti che non necessariamente appartengono ai vecchi gruppi”.
Astrid Panosyan
E poi aggiunge: “La mia partecipazione al congresso di +Europa e al dibattito con Sandro Gozi mostra che vogliamo lavorare senza patti esclusivi. +Europa è un partito amico, anche perché fa parte della famiglia dell’Alde, ma vogliamo lavorare anche con altre famiglie politiche, perché oggi dobbiamo anzitutto accordarci sull’essenziale”. L’“essenziale” di cui parla la Panosyan sono i valori della democrazia liberale e dello stato di diritto, “valori non negoziabili”, sottolinea. “Macron ha avuto ragione quando è andato in Europa centrale per la revisione della direttiva sui lavoratori distaccati dicendo che ‘l’Europa non è un supermercato’: l’Europa deve essere garante dello stato di diritto contro tutte le tentazioni autoritarie”.
La lotta al populismo, la transizione ecologica e la sicurezza delle frontiere esterne dell’Europa, “per non lasciare paesi come l’Italia e la Grecia da soli”, sono gli altri tre pilastri attorno a cui verrà formato il nuovo gruppo. Un gruppo che avrà “l’Alde come base”, dice la Panosyan, “ma sarà allargato a tutti coloro che condividono i nostri valori”. Verrà definito prima o dopo i risultati di maggio? “Sarà un continuum”, risponde la macronista. “E’ chiaro che ci ritroveremo all’interno di un gruppo dove figureranno partiti con posizioni comuni, ma è importante pensare anche al post elezioni. Dobbiamo essere nella situazione di poter accogliere delle individualità che non vogliono sedersi sugli stessi banchi dei rappresentanti di Viktor Orbán. Bisogna costruire una maggioranza di progetto sui temi che ci stanno a cuore, a partire dall’ambiente e dalla protezione dei cittadini dalla mondializzazione, poiché siamo convinti che il nostro progetto di trasformazione sia necessario per l’Europa. Abbiamo una base che è l’Alde, ma non dobbiamo precluderci nessuna opportunità”.
Come già emerso durante il congresso dell’Alde a Madrid nel novembre scorso, la République en marche è contraria alla logica dello spitzenkandidat. “Preferiamo l’idea di una squadra piuttosto che di un singolo alla guida. Il progetto di trasformazione, di rinnovamento e di incarnazione che vogliamo per l’Europa lo merita”, dice la Panosyan.
Sulla complicata situazione diplomatica tra Roma e Parigi, invece, la consigliera di Macron la pensa così: “Al di là dei movimenti inconsulti dei 5Stelle e della Lega legati a questioni di politica interna, ciò che vedo è la realtà sul campo. Ogni giorno ci sono 200 milioni di euro di scambi tra Francia e Italia, sono reciprocamente il secondo partner economico, ci sono i posti di lavoro e gli scambi culturali, che, a differenza dei movimenti inconsulti, resteranno”.