Shutdown sospeso
Trump cede e ricomincia a pagare gli stipendi pubblici (fino a metà febbraio) senza ottenere i soldi per il Muro
New York. Il presidente americano Donald Trump accetta di sospendere lo shutdown del governo per tre settimane, fino al 15 febbraio, senza ottenere dai democratici i 5,7 miliardi di dollari che voleva per costruire un muro al confine con il Messico. Gli ottocentomila dipendenti federali cominceranno di nuovo a ricevere la paga (venerdì era il giorno del secondo pagamento mensile) e prenderanno anche gli arretrati. In cambio i democratici concedono 1,3 miliardi di dollari per la sicurezza al confine – la stessa cifra che avevano offerto a dicembre – e la creazione di una commissione bipartisan per studiare la necessità e la fattibilità del muro. “In Italia quando non si vuole fare nulla si fa una commissione”, diceva Bettino Craxi, e sembra anche il caso di questo patto fra Trump e i democratici. Il presidente al minimo dell’approvazione nei sondaggi ha realizzato di essersi infilato da solo in una trappola da cui non poteva uscire. Oggi l’aeroporto La Guardia di New York ha sospeso i voli per mancanza di personale di sicurezza (gli aeroporti erano l’anello debole, i primi a saltare in caso di shutdown), due ore dopo Trump ha annunciato l’accordo e poi si è lanciato in un’appassionata apologia del muro al confine.