L'esercizio diplomatico di Conte sul Venezuela
Il comunicato di Palazzo Chigi sostiene "il desiderio del popolo venezuelano di andare verso elezioni presidenziali libere". Ma la linea italiana resta ambigua
Dopo l'esortazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e l'attesa della comunità internazionale, il governo italiano ha deciso ieri in tarda serata di esprimere un'opinione sulla situazione in Venezuela. Tuttavia, dopo aver letto la nota di Palazzo Chigi, nessuno può dire con certezza se l'Italia abbia scelto di appoggiare Juan Guaidó o di stare dalla parte di Maduro.
"L’Italia appoggia il desiderio del popolo venezuelano di giungere nei tempi più rapidi a nuove elezioni presidenziali libere e trasparenti attraverso un percorso pacifico e democratico, nel rispetto del principio di autodeterminazione", ha scritto il governo. "È urgente intervenire subito per alleviare le sofferenze materiali della popolazione e per consentire l’immediato accesso agli aiuti umanitari. Va inoltre garantita la sicurezza dei cittadini astenendosi da ogni forma di violenza e va garantita la libera e pacifica manifestazione del dissenso e della protesta, senza alcuna forma di coercizione". Un esercizio di diplomazia che continua a scegliere la terza via e si guarda bene dal prendere una posizione, com'è nello stile del premier Giuseppe Conte, stretto tra i fuochi, con il M5s che non riesce a contenere le spinte pro Maduro, e la Lega, che inizia a spazientirsi per il mancato appoggio a Guaidó. L'unica informazione chiara, diciamo così, arriva alla fine, e riguarda la partecipazione del ministro Enzo Moavero alla riunione del Gruppo di contatto internazionale, che era comunque già in programma: "L’Italia parteciperà attivamente ai lavori del Gruppo di contatto internazionale, attraverso il suo ministro degli Esteri, a partire dalla prima riunione fissata per il 7 febbraio a Montevideo".
Come già scritto dal Foglio, vista la sua composizione, il gruppo di contatto ha acquisito un profilo intermedio, equilibrato, tra l’immagine anti Maduro assunta dall’Unione europea in grande maggioranza e la linea pro Maduro della originaria mediazione di Messico e Uruguay. Ma nel suo insieme questo equilibrio tende a pendere sempre di più contro l’erede di Chávez. Dunque la conferma della partecipazione di Moavero alla riunione di giovedì non svela molto sulla linea italiana, che resta ancora completamente ambigua.
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