Tutto quello che c'è da sapere sul dossier Benalla che inguaia Macron
L'ex collaboratore del presidente francese è in detenzione provvisoria. Secondo i giudici la scorsa estate non ha rispettato i vincoli, incontrando il suo ex collega Vincent Crase
Roma. Alexandre Benalla, l’ex collaboratore di Emmanuel Macron, è stato posto in detenzione provvisoria dai magistrati del tribunale di Parigi per violazione del controllo giudiziario nell'ambito delle indagini sulle violenze dello scorso primo maggio a Parigi. I giudici ritengono che l'ex incaricato della sicurezza del Presidente francese la scorsa estate non abbia rispettato i vincoli, incontrando il suo ex collega Vincent Crase. I due si sarebbero parlati il 26 luglio 2018, come rivelato dal sito Mediapart lo scorso 31 gennaio che ha pubblicato delle registrazioni della conversazione. Sia Benalla che Crase hanno contestato la validità delle registrazioni.
Cronistoria della vicenda Benalla
L'arresto
Tutto comincia il 17 gennaio scorso, quando l’ex collaboratore del Presidént, il ventisettenne Benalla, viene arrestato per falso. Secondo l'accusa ha usato passaporti diplomatici illegalmente. Si è detto di tutto su questo bodyguard – basti sapere che Macron ha dovuto precisare che Benalla non è mai stato il suo amante – che è stato prima sospeso e poi allontanato dopo che è diventato pubblico un video in cui picchiava un manifestante il primo maggio scorso.
L'inchiesta di Mediapart
Il 31 gennaio 2018 il sito d'inchiesta Mediapart pubblica un'inchiesta, con intercettazioni, che rivela quanto l'ex bodyguard dell'Eliseo si sentisse protetto. Nell’inchiesta pubblicata dal giornale online di Edwy Plenel, frutto di diversi mesi di lavoro, c'è una decina di testimonianze indipendenti, documenti inediti e soprattutto le registrazioni di alcune conversazioni tra Alexandre Benalla, ex collaboratore del presidente Macron, e l’ex gendarme stipendiato dalla République en marche (Lrem) Vincent Crase, entrambi accusati di aver picchiato violentemente alcuni manifestanti il primo maggio 2018. Ecco “le registrazioni che cambiano tutto”, scrive Mediapart. Iniziata nel mese di agosto, l’inchiesta permette di affermare tre cose: Benalla e Crase si sono incontrati di persona lo scorso 26 luglio, in violazione manifesta del controllo giudiziario che vietava loro ogni tipo di contatto; contrariamente a quanto ha dichiarato sotto giuramento davanti alla commissione d’inchiesta del Senato, Benalla, quando lavorava ancora per conto dell’Eliseo, è stato coinvolto personalmente, anche nei montaggi finanziari, in un contratto per la fornitura di servizi di sicurezza con un oligarca russo vicino a Vladimir Putin, sospettato, tra le altre cose, di avere dei legami con la mafia locale; rivendicando il sostegno personale del capo dello stato sms alla mano, l’ex collaboratore di Macron ha mantenuto legami importanti con l’Eliseo per diversi mesi dopo essere stato messo sotto inchiesta per “violenze volontarie”.
Le dimissioni di Emelien
Il 3 febbraio Philippe Grangeon viene nominato “consigliere speciale”, un posto chiave nel gabinetto del capo dello stato francese, che preannuncia il probabile addio dell’altro consigliere speciale, Ismaël Emelien, coinvolto in prima persona nell’affaire Benalla. E infatti l'11 febbraio Emelien rilascia una intervista al Point, per annunciare le sue dimissioni.
Cosa c'è in gioco