Dov'è finito The Movement?
A tre mesi dalle elezioni europee Steve Bannon e il suo movimento transnazionale delle destre sono due fenomeni da ridimensionare
Roma. Sarà per inerzia, sarà perché le rivoluzioni sono sempre più difficili nella pratica che nel progetto, ma per ora Steve Bannon è un fenomeno da ridimensionare. Il quotidiano berlinese Die Tageszeitung osserva i fatti, e in un articolo di qualche giorno fa racconta come forse non ci sia nemmeno la volontà di scatenare il grande terremoto sovranista. Di The Movement, il movimento transnazionale che dovrebbe riunire tutte le destre europee e non, da Matteo Salvini a Jair Bolsonaro, ancora non si sa molto, il congresso di fondazione non è mai stato fatto, eppure, secondo i piani, avrebbe dovuto tenersi a settembre del 2018. Ma, oltre a una possibile apatia da parte di Steve Bannon – l’ex stratega di Donald Trump che dopo essere stato licenziato dal presidente americano si è trasferito a Bruxelles, dove batte il “cuore globalista del mondo” – che sembra aver perso la motivazione e la voglia di andare fino in fondo con l’idea di un’internazionale sovranista, il problema potrebbe essere ontologico. Messi alla prova della convivenza, i sovranismi non possono stare insieme. Sovranismo e internazionale sono un ossimoro, “i nazionalisti dell’Ue si voltano le spalle l’un l’altro”, scrive Die Tageszeitung.
Iniziative concrete da parte di The Movement, fondato nello studio dell’avvocato belga Mischaël Modrikamen nel 2017, ancora non ce ne sono. C’è una sede, una villa sfarzosissima a Bruxelles con mattoni rossi e persiane bianche in Avenue du Houx 42, ci sono parole che fanno paura alle democrazie occidentali, idee confuse, ma i progetti rimangono piccini, senza voce. A poche settimane dalle Elezioni europee, mancano tre mesi esatti, l’impressione è che la minaccia di un asse sovranista è una paura esagerata e senza fondamento e che le idee bannoniane si siano placate o forse non sono mai state realizzabili. I populisti di destra rimangono radicati alle loro idee sovraniste. Tutti, dalla Lega ai Cinque stelle, dal PiS polacco al Rassemblement National di Marine Le Pen, sono alla ricerca di una casa europea in cui convergere per le Europee del 26 maggio. Sono forze solitarie, ancora nomadi che fanno fatica a trovare elementi di unione.