Il consulente legale del governo, Geoffrey Cox (Foto LaPresse)

Theresa May riceve un'altra brutta notizia a poche ore dal voto in Parlamento

Gregorio Sorgi

Il parere del consulente legale del governo, Geoffrey Cox, non offre le garanzie richieste dal Dup e dai brexiteers conservatori, che annunciano il loro voto contrario all'accordo sulla Brexit

La premier britannica Theresa May ha avuto una brutta notizia dal consulente legale del governo, Geoffrey Cox, che oggi ha scritto nel suo parere che le concessioni ottenute da Jean-Claude Juncker “riducono (ma non eliminano, ndr) il rischio” di rimanere intrappolati nel backstop (il regolamento ad hoc per evitare una frontiera tra le due Irlande). La premier si aspettava qualcosa in più da Cox: se avesse garantito che non c'era più alcun rischio sul backstop, alcuni deputati indecisi si sarebbero persuasi a votare l'accordo in Parlamento stasera. Questa, almeno, era la speranza di Downing Street. 

 

Invece è successo il contrario: il messaggio di Cox ha rinvigorito l'ala filo-Brexit del Partito conservatore, che ha ribadito di essere contraria all'accordo. Anche gli alleati nordirlandesi del Dup hanno lasciato intuire che voteranno contro l'intesa della premier. Il capogruppo del Dup alla Camera, Nigel Dodds, ha detto “che l'Irlanda del nord e il resto del Regno Unito potrebbero rimanere intrappolati nel backstop”. I problemi legati al backstop, da tempo la preoccupazione più grande per la May, sono stati aggravati dalle parole di Cox. La premier aveva promesso ai suoi deputati delle “modifiche legalmente vincolanti” sull'accordo di uscita in cambio dei loro voti in Parlamento. Tuttavia, il parere legale di Cox certifica che queste modifiche non ci sono state. Le concessioni di Jean-Claude Juncker non cancellano la possibilità più temuta dai brexiteers: che il Regno Unito rimanga “intrappolato” nel backstop senza alcuna via di uscita. 

 

Dietro gli aspetti tecnici della vicenda, si nasconde uno scontro politico che coinvolge le diverse correnti dei conservatori. Lo European research group (Erg), l'ala più filo-Brexit dei Tory, ha sfruttato il parere legale di Cox per giustificare la propria contrarietà all'accordo della premier. “I documenti di ieri (della Commissione europea, ndr) non prevedono alcuna via di uscita dal backstop”, ha scritto la commissione di esperti dell'Erg incaricata di valutare le modifiche all'accordo. Il deputato Bill Cash, che presiede la commissione, ha detto a nome del gruppo che voterà contro la mozione della premier. 

 


Cox avrebbe potuto spostare gli equilibri nel gruppo parlamentare dei tories perché è molto rispettato dall'ala filo-Brexit del partito. Gli euroscettici si fidano del consulente legale, che è un brexiteer come loro. Theresa May aveva deciso di mandare Cox a negoziare le modifiche a Bruxelles – al posto del suo leale consigliere Olly Robbins, considerato troppo filo-europeista – proprio come segno di apertura verso i falchi del suo partito. Le trattative di Cox, un ex avvocato inglese senza alcuna dimestichezza con le istituzione europee, sono state un fiasco. Il feeling con i negoziatori di Bruxelles non è mai nato, tanto che alcuni retroscena raccontano che la sua controparte, Sabine Weyand, si è addirittura offesa per essere stata chiamata “mia cara”.  

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