La lezione di Bill Browder e l'immagine che tormenta gli Stati Uniti
Gli investitori temono che la storia di Calvey possa accadere a chiunque e decidono di boicottare il Forum di San Pietroburgo
Roma. La storia di Michael Calvey sembra di averla letta già in “Red Notice”, il libro scritto da Bill Browder, che per primo ha raccontato il lato sommerso del rapporto tra il putinismo e chi cerca di fare affari in Russia. Dalla storia di Browder, investitore britannico nato negli Stati Uniti, e del suo avvocato ucciso misteriosamente in prigione, è poi nata una battaglia che ha portato all’approvazione del Magnitsky act (Sergei Magnitsky era il nome dell’avvocato), che vieta ad alcune personalità russe accusate di violare i diritti umani di fare affari in America e nell’Unione europea. Michael Calvey è un imprenditore americano che venticinque anni fa, proprio come Bill Browder, è stato attratto dalla possibilità di fare affari in Russia. Ha fondato la Baring Vostok, una società di investimenti tra le più importanti del paese. Calvey è stato arrestato, assieme ad altri dirigenti, a metà febbraio con l’accusa di “frode su larga scala”. Il caso è importante, anche il presidente russo Vladimir Putin, secondo tre fonti riportate da Bloomberg, avrebbe giustificato e difeso l’arresto senza considerare che la Russia sta diventando un posto sempre più inospitale per gli investimenti stranieri.
Quando Trump era arrivato alla Casa Bianca sembrava che ormai le relazioni tra Mosca e Washington fossero destinate a placarsi, che i pugni di Hillary Clinton e di Barack Obama fossero ormai qualcosa di passato, lontano, ma il Cremlino non è diventato più conciliante nei confronti dei cittadini americani e se con Bill Browder era facile capire il perché delle improvvise intimidazioni – l’investitore aveva iniziato ad abbandonare il mercato russo e Putin aveva voluto vendicarsi –, con Calvey sembra tutto più complicato e sembra quasi che Mosca abbia tutta l’intenzione di allontanare gli imprenditori stranieri, una mossa poco lungimirante. Gli Stati Uniti non si possono permettere di aspettare, di attendere il prossimo imprenditore fermato in aeroporto, i prossimi estenuanti processi sommari, le intimidazioni e le minacce. La Russia di Putin, così inospitale e ripiegata su se stessa, non attrae più e dirigenti e funzionari americani hanno già fatto sapere che non parteciperanno al Forum economico di San Pietroburgo, la Davos russa che tutti gli anni si tiene a giugno, in risposta alla detenzione di Michael Calvey e al fatto che Mosca continua a negare a Washington la possibilità di accedere agli atti. La rabbia continua, le tensioni anche e Jon Huntsman, ambasciatore americano a Mosca, ha comunicato che la decisione è irreversibile, se Calvey rimarrà in prigione e a Washington non verrà dato il permesso di partecipare alle indagini, il Forum si farà senza gli americani.
In “Red Notice”, Bill Browder si chiede perché un uomo come lui, “un uomo semplice del South Side di Chicago pensava di farla franca dopo aver cercato di fare abbassare la testa a un oligarca russo dopo l’altro?”. Se la storia di Calvey sia sovrapponibile alla sua ancora non si sa, dell’imprenditore di cinquantuno anni che continua a negare le accuse si conosce poco, in una delle scarne dichiarazioni uscite pare abbia detto che il caso è stato usato per esercitare pressioni contro di lui e contro il suo fondo come parte di una controversia societaria con un azionista della banca. E da quando è iniziata l’inchiesta il Financial Times ha riportato che molte aziende hanno annullato viaggi che erano stati pianificati in Russia, altri investitori hanno chiesto consigli, si sono informati se fosse sicuro lasciare i propri dipendenti americani. Il clima è tra l’apprensione e la rabbia e Michael Calvey sembra essere una personalità inattaccabile, riportano i media. Una fonte racconta sempre al Financial Times: “La gente era solita dire a se stessa che le cose accadevano a qualcuno perché non seguiva le regole o iniziava giochi politici”, e con il fondatore della Baring Vostok questo non può essere detto e per questo il caso Calvey è così inquietante, tutti ora pensano che potrebbe accadere a chiunque. Se il libro di Bill Browder era stato accolto in modo distratto da chi nella Russia continuava a vedere un mercato in cui fare affari, ora l’immagine persistente di Calvey che sorride dietro alle sbarre ha proiettato nella mente degli investitori americani un incubo dietro l’altro. E nonostante i segni evidenti di un rapporto sempre più teso, il 28 febbraio, il tribunale russo ha negato la cauzione e gli arresti domiciliari per l’imprenditore. Quel che non ha fatto Bill Browder, lo sta facendo il caso Calvey, uomo “onesto e prudente”, come lo ha definito Herman Gref, ceo di Sberbank. Resta il dubbio, forte, su quale sia la strategia del Cremlino. Nel discorso alla nazione del 20 febbraio, Vladimir Putin ha detto: “Abbiamo bisogno di un alto tasso di crescita economica” e non ci sono economisti che possano dissentire su questo punto. Ma le imprese che portavano investimenti a Mosca ora dalla Russia vogliono soltanto fuggire, vedono e rivedono quell’immagine: Michael Calvey con il golf grigio in tribunale che continua a ripetere di essere innocente.