La lezione europeista di Matteo Renzi a Marine Le Pen (e a Salvini)
L'ex premier ospite del talk show francese Emission politique attacca la leader del Rassemblement national: “La sua idea è la stessa dei sostenitori della Brexit”
Parigi. Erano quasi le 23.00 quando l’ex premier italiano Matteo Renzi è intervenuto all’“Emission politique”, il talk-show politico più seguito di Francia, che va in onda ogni giovedì su France 2. In collegamento da Londra, dove si trovava per presentare il suo ultimo libro, “Un’altra strada”, Renzi è stato protagonista di un dibattito molto acceso con Marine Le Pen, leader del Rassemblement national (Rn), presente sul palcoscenico della prima rete pubblica francese per difendere la sua visione dell’Europa davanti alla ministra degli Affari europei Nathalie Loiseau, e diversi esperti e intellò ostili alle sue idee sovraniste come Jacques Attali.
Sollecitato dalla presentatrice Léa Salamé sul perché ritiene che le politiche e le idee della Le Pen sull’Europa siano pericolose, l’attuale senatore del Partito democratico (Pd) ha tenuto a ricordare ciò che la presidente di Rn aveva detto della Brexit durante il dibattito tra il primo e il secondo turno delle presidenziali contro Emmanuel Macron, “l’economia britannica non è mai stata così in forma da quando i cittadini inglesi hanno deciso di riprendere la propria libertà”, sottolineando, invece, come l’economia d’oltremanica non sia mai stata così “bloccata”, piena di incertezze e di inquietudini sul suo futuro come ora.
“Credo che l’Europa non sia solo giusta, ma anche utile. Lo è per il portafoglio, per il lavoro. La decisione di Marine Le Pen, di Matteo Salvini e degli altri leader che sono contro l’Europa non è soltanto una decisione che non sopporto: va contro gli interessi dei francesi. I 3 milioni di francesi che hanno un lavoro dipendente dalle esportazioni con l’Europa, con la Frexit di Marine Le Pen lo perderanno. Sono preoccupato per voi (i francesi, ndr), perché l’idea di Marine Le Pen è la stessa dei sostenitori della Brexit”, ha attaccato Renzi.
La leader sovranista ha ribattuto dicendogli che è l’Unione europea che “sta uccidendo l’Europa”, che “forse i britannici sarebbero stati sedotti da un’altra organizzazione europea”, che è grazie a lui e alla sua politica che “Salvini ha vinto” e che gli italiani “lo hanno provato, ma non gli è piaciuto”. “Si dice che lei assomigli molto a Emmanuel Macron. Prego per questo, affinché un giorno sia battuto come lei lo è stato”, ha aggiunto la Le Pen, punzecchiandolo sul 40 per cento raccolto alle europee dal Pd, che oggi è sceso al 18.
E qui, i toni si sono rapidamente inaciditi, con Renzi che ha rammentato alla Le Pen di essere la donna che in politica ha subìto “il maggior numero di sconfitte elettorali”. “Salvini ha avuto il 17% dei voti, noi il 19%. La differenza è che noi non abbiamo accettato l’alleanza con il M5S, mentre Salvini sì. Lei non conosce l’Italia”, ha tuonato Renzi, dinanzi a una Le Pen che gli ripeteva di “non essere stato eletto, come non lo è stato Monti”, mostrando di non conoscere non solo la politica italiana ma anche la Costituzione. Prima di ricevere un altro schiaffo: “Io ho perso qualche volta, ma lei ha perso sempre. Ha perso alle presidenziali del 2017, ha perso a quelle del 2012, non è riuscita a diventare presidente dell’Île-de-France e nemmeno del Nord-Pas-de-Calais”.
Il dibattito si è poi spostato sulla questione migranti, con la Le Pen impegnata a difendere il bilancio di Salvini che “è riuscito a ridurre in maniera spettacolare il numero di sbarchi”, uscita a cui Renzi ha risposto affermando che di “spettacolare”, per ora, ci sono soltanto “la crisi” e “la recessione”, che stanno affossando l’economia italiana. La chiosa di Renzi è stata sul legame di amicizia tra Italia e Francia, sull’“amicizia della cultura, degli ideali e dei valori”, sulle letture francesi di un cittadino italiano che ama l’Europa, “Peguy, Saint-Exupéry, Rimbaud, Baudelaire, senza i quali sarei più vuoto”, “ma anche i francesi sarebbero diversi senza Caterina de’ Medici e Leonardo de Vinci”. L’alternativa a Salvini e a coloro che hanno fatto “un investimento sulla paura”, ha concluso, è “un investimento sul coraggio”. Come quello di Macron.