L'estrema destra europea s'è giocata la possibilità di un'alleanza con il Ppe
“Si definiscono patrioti ma sono dei traditori”, ci dice una fonte popolare europea. I dettagli dei legami con la Russia
Bruxelles. L’armata Vladimir Putin che vuole prendere d’assalto l’Unione europea è sempre più in difficoltà, e non solo perché i loro battaglioni olandesi non sono riusciti a sfondare le linee europeiste. Lo scandalo che ha travolto Heinz-Christian Strache e la sua Fpö in Austria ha messo fine alla speranza sovranista di un’alleanza con il Partito popolare europeo. Perfino Viktor Orbán ha scaricato l’estrema destra austriaca. “Nel suo paese Strache era un vero combattente, ma ha perso la fiducia del popolo”, ha detto il premier ungherese alla Bild. “Si definiscono patrioti, ma sono dei traditori”, spiega al Foglio una fonte del Ppe. Sono “politici in vendita”, ha accusato la cancelliera Angela Merkel.
In Austria. Nel video di sette ore Strache ha mostrato quanto l’Fpö fosse pronta a mettersi al servizio della Russia in cambio di finanziamenti occulti e compravendita di influenza. I servizi di intelligence occidentali erano già in allerta e avevano deciso di smettere di condividere informazioni troppo sensibili con l’Austria per il timore che potessero finire al Cremlino. Nella villa di Ibiza, l’uomo di collegamento con i russi era Johann Gudenus, capogruppo dell’Fpö in Parlamento e responsabile dei contatti con altri partiti sovranisti nell’Ue. Nel 2016 l’Fpö ha firmato un accordo di cooperazione con Russia Unita, il partito di Vladimir Putin. Il presidente russo è stato l’ospite d’onore al matrimonio della ministra degli Esteri austriaca, Karin Kneissl.
In Germania. Secondo un documento destinato al Cremlino e rivelato dalla Bbc, il deputato di Alternativa per la Germania (AfD) Markus Frohnmaier è “totalmente sotto il controllo” della Russia. Come altri parlamentari dell’AfD, Frohnmaier è stato spesso ospite dei russi in Crimea e nell’est dell’Ucraina sotto controllo dei ribelli. Nel febbraio 2017 la leadership di AfD fece un viaggio a Mosca con un aereo privato finanziato dai russi. Petry ha discusso con il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, una cooperazione tra AfD e Russia Unita.
In Olanda. Thierry Baudet ha preso il posto di Geert Wilders anche come sostenitore più entusiasta di Vladimir Putin. Nel 2016 è stato il suo Forum per la democrazia a lanciare il referendum contro l’accordo di associazione Ue-Ucraina. Da allora ha fatto campagna contro le sanzioni alla Russia. Nel dibattito alla vigilia delle europee con il premier Mark Rutte, Baudet ha espresso dubbi sui risultati dell’inchiesta internazionale sull’abbattimento del volo Mh17 da parte dei separatisti prorussi in Ucraina, in cui sono morti 200 cittadini olandesi.
In Francia. Marine Le Pen era stata ricevuta da Vladimir Putin il 24 marzo 2017 in piena campagna per le presidenziali in Francia. Nel 2014, prima delle scorse europee, il suo partito ha ottenuto da banche russe due prestiti per più di 11 milioni di euro, che non sono stati del tutto rimborsati. Nel 2016 la Le Pen ha chiesto un terzo prestito a una banca russa, ma a suo dire non è andato in porto. Secondo Mediapart, alcune email dimostrano l’influenza diretta di “lobbisti” russi sulle posizioni del partito della Le Pen.
In Italia. La Lega e Russia Unita hanno firmato un accordo di cooperazione nel 2017, mentre Matteo Salvini ha più volte denunciato le sanzioni come “follia”. Salvini ha sempre negato finanziamenti, ma ha due ufficiali di collegamento: Gianluca Savoini e il deputato Claudio D’Amico che operano attraverso l’associazione culturale Lombardia-Russia. Al Pe, uno dei suggeritori prorussi della Lega è Claudio Celani, esponente del Movimento LaRouche. Negli Stati Uniti negli anni Settanta il marxista-cospirazionista Lyndon LaRouche avviò contatti con l’estrema destra – la Liberty Lobby e il Ku Klux Klan – per tentare di formare un’alleanza rosso-bruna antisistema. Nel 1988 LaRouche fu condannato a 15 anni di carcere.