I Ciudadanos fanno i moderati in Ue ma non in Spagna. Macron si arrabbia
Dopo le elezioni locali Rivera deve scegliere se stare con Vox o lasciare spazio alla sinistra. Ma c'è una linea rossa che tiene insieme i liberali di Renew Europe: "Non si fanno patti con gli estremisti"
Milano. Un anno fa Albert Rivera, il leader del partito spagnolo Ciudadanos era considerato da tutti l’interlocutore privilegiato di Emmanuel Macron in Europa. Giovani, centristi, europeisti, portatori della retorica del superamento della divisione tradizionale tra destra e sinistra, i due si sono trovati subito (si erano trovati molto bene anche con Matteo Renzi). Negli ultimi mesi, tuttavia, Rivera ha cominciato ad allontanarsi dal suo sodale francese. Da posizioni centriste si è spostato sempre più verso destra e, all’inizio dell’anno, ha acconsentito a un’alleanza di fatto tra il suo partito e Vox, una forza di estrema destra e neofascista, pur di ottenere il controllo dell’amministrazione locale dell’Andalusia. Allora, Macron e i suoi si erano detti delusi e avevano segnato una linea rossa: non si fanno alleanze con gli estremisti. Alle elezioni europee, Macron e Rivera sono andati assieme, e i loro partiti costituiscono le principali forze politiche di Renew Europe, il gruppo a trazione macroniana che ha sostituito i liberali dell’Alde a Bruxelles.
Ma in Spagna nello stesso giorno delle europee ci sono state anche le elezioni locali, sia comunali sia regionali, e la situazione per Ciudadanos si è complicata. In moltissime amministrazioni chiave, infatti, Rivera si trova davanti a una scelta andalusa: o acconsente a una alleanza a tre con il Partito popolare e con Vox, oppure lascia che al governo ci vada la sinistra (di allearsi con il centrosinistra per fare una coalizione moderata non se ne parla per ora, Ciudadanos si sente nel campo delle destre). E’ quello che sta succedendo a Madrid. Nella capitale spagnola Más Madrid, la formazione di sinistra della sindaca Manuela Carmena, è arrivata prima alle votazioni, ma un’alleanza tra Partito popolare, Ciudadanos e Vox ha consentito a José Luis Martínez-Almeida, del Pp, di diventare sindaco. (Il Pp ha fatto due patti elettorali distinti con Ciudadanos e con Vox: a Ciudadanos ha promesso per esempio che garantirà la protezione della comunità lgbt, a Vox no). Potrebbe succedere la stessa cosa nella comunità di Madrid (la regione in cui si trova la capitale).
Così nel fine settimana Amélie de Montchalin, segretaria di stato del governo francese agli Affari europei, ha chiesto spiegazioni a Ciudadanos: non si era detto niente alleanze con gli estremisti? Su Twitter, de Montchalin ha detto che ci sarà bisogno di un chiarimento “faccia a faccia”, e ha proposto che i membri di Renew Europe firmino una carta dei valori in cui si impegnano a evitare alleanze con gli estremisti.
Ieri inoltre Ciudadanos ha rotto con Manuel Valls. L’ex premier francese, che ha origini catalane e si era candidato come sindaco di Barcellona assieme a Ciudadanos, ha ceduto i parlamentari locali a lui fedeli ad Ada Colau, sindaca uscente di sinistra, che grazie ai voti dei vallsiani è riuscita a farsi riconfermare. Il ragionamento di Valls, vigoroso anti indipendentista, è semplice: l’alternativa alla Colau sarebbe stata un sindaco indipendentista, dunque meglio la Colau, che certo è morbida con gli indipendentisti, ma almeno non giura fedeltà alla repubblica di Catalogna. Ma Rivera e i suoi si sono arrabbiati molto. La loro linea è: mai con la sinistra, anche se questo significa consegnare Barcellona a un secessionista. Non è un buon segnale per il socialista Pedro Sánchez, che sta ancora cercando di formare il governo centrale e al quale non dispiacerebbe avere Rivera come partner di una coalizione moderata.