Putin ha tempo per le balene ma non per rispondere sul volo MH17
Il presidente russo come ogni anno risponde alle domande dei cittadini in tv. Ma stavolta è diverso: la sua popolarità non è mai stata così in calo
Roma. C’era Katia, la youtuber di quindici anni che gli ha chiesto di trovare risposte al problema della spazzatura. C’era la numerosissima famiglia del Donbass, undici figli, ora rifugiati nella regione di Tatarstan. C’erano le soldatesse che lo hanno ringraziato per aver dato loro la possibilità di entrare nelle Forze armate. Comparse o spettatori che avevano voglia di fare domande al presidente russo, che quest’anno ha dato più spazio al rito annuale. Quattro ore e quindici minuti contro le tre ore quaranta di un anno fa. La durata è sempre il dilemma della “Linea diretta”, l’evento organizzato da diciassette anni in cui Putin accoglie le domande, vere o finte, improvvisate o preparate. La prima volta, nel 2001, lo fece dal suo studio al Cremlino poi decise che sarebbe stato meglio incontrarsi in tv. Un anno il presidente russo aveva continuato a rispondere per cinque ore di seguito e tutti lì, incollati alle domande e alle risposte, attenti alle glissate e in attesa del messaggio, quello che farà capire le sue intenzioni e che non arriva mai.
La “Linea diretta” è iniziata alle 12 di Mosca il presidente è arrivato un po’ crucciato svelando quale sarebbe stato secondo lui il menù della conversazione: “Le tasse, la qualità della vita, la Sanità, la spazzatura”. Era la prima volta che si presentava davanti ai suoi elettori con un consenso così basso – nelle scorse settimane il centro di sondaggi Vtsiom lo dava al 31 per cento, un risultato mai visto prima – e la “Linea diretta” serviva anche a questo, a riprenderseli, a convincerli con una serie di perifrasi, con gli interventi dal vivo di ministri e governatori chiamati, come tutti gli anni, un po’ per fare ammenda, un po’ per promettere che tutto andrà meglio. Qualche spettatore telefonava, qualcuno era in studio, altri in videochiamata, quest’anno c’era addirittura una app per lasciare la propria domanda con un video. Poi c’erano i messaggi di testo, impertinenti e incontrollati, che spuntavano agli angoli dello schermo. “Volevo chiedere se ha preso in considerazione l’idea di non fare più il presidente”. “La prego, protegga la Russia”. Oppure: “È vero quello che dice Navalny?”. O ancora: “Libererete le balene?”. E alla fine le balene, quelle detenute nelle acque orientali, sono state liberate in diretta, ma i russi volevano sapere soprattutto della loro situazione economica – è arrivata anche la chiamata disperata di una signora da un villaggio senza acqua potabile: “Vladimir Vladimirovich, lei è la nostra unica speranza” – e il presidente ha detto che se i russi stanno male è tutta colpa delle sanzioni occidentali e del calo dei prezzi dell’energia.
Il declino dei consensi è iniziato con la riforma delle pensioni: è la qualità della vita che peggiora sempre di più ad aver creato disaffezione. “Dobbiamo migliorare l’economia, la sicurezza e identificare le risorse”, poi tornando sulle sanzioni ha aggiunto: “La Russia ha perso 50 miliardi di dollari a causa delle sanzioni occidentali, ma l’Ue per le sanzioni russe ne ha persi 240 di miliardi”. È arrivato il momento delle domande su Ivan Golunov, il giornalista arrestato con l’accusa di spaccio e rilasciato in seguito alle proteste e a una serie di gaffe da parte del ministero dell’Interno. Nessuno ha domandato di quelle prime pagine con la scritta “Noi/io siamo Ivan Golunov”. Volevano sapere del comportamento della polizia, della pratica di infilare droga nelle tasche degli arrestati, “abbiamo bisogno di più controllo”, ha detto Putin. Poi è arrivato il momento dell’Ucraina, un rapido commento sul nuovo presidente Volodymyr Zelensky: “È un tipo divertente, ma quello che vediamo è una tragedia”, ha detto Putin senza approfondire il tema degli accordi di Minsk. “Lei presidente – ha domandato la presentatrice – è così gentile con i suoi avversari stranieri, ma come fa?”, Putin si scioglie, sono passate quattro ore, sorride: “Non credo di essere così gentile, sono cresciuto per strada, ma era una strada di San Pietroburgo. La Russia è una nazione educata, non dimentichiamocelo”. “ Ma lei presidente – chiede l’altro presentatore – è un alieno?”. “No, ne ho le prove”. Quattro ore e quindici minuti, gli applausi, le luci si spengono. E il volo MH17? Nessuna domanda, nessuna risposta.
l'editoriale dell'elefantino