Il duo strabico dei progressisti tedeschi
La Spd medita di affidarsi a una centrista accomodante e a un socialista hard
I candidati di punta dei Verdi tedeschi alle europee erano due: Ska Keller e Sven Giegold. E due erano anche gli Spitzenkandidaten della Linke: il berlinese Martin Schirdewan e la turco-curda di Bonn Özlem Demirel. Il ticket piace a sinistra perché permette di intercettare più tipologie di elettori. Un conto però è affrontare le Europee, un altro impostare la rotta di un partito il cui avvitamento elettorale ha bruciato Martin Schulz nel 2018 e Andrea Nahles nel 2019.
Nella speranza di invertire il trend elettorale, secondo i giornali tedeschi il Partito socialdemocratico, la Spd, sta valutando di affidarsi a un nuovo duo: Gesine Schwan e Kevin Kühnert. Un’accoppiata che non ha mancato di far sollevare molte perplessità a Berlino e dintorni. Classe 1943 lei, nato nel 1989 lui, i due papabili coleader socialdemocratici non potrebbero essere più diversi.
Figlia di antinazisti che dettero riparo a una bambina ebrea durante le persecuzioni naziste, Frau Schwan è una rispettata ex docente di Scienze politiche candidata nel 2004 e nel 2009 da Verdi e socialdemocratici alla presidenza della Repubblica. Ormai meta-politico, il suo è un profilo quasi istituzionale. Kühnert è invece il sanguigno leader dei giovani della Spd, gli Jusos. Assurto alla notorietà nazionale mesi fa per la sua netta contrarietà all’ingresso del partito nell’ultimo governo di coalizione – e i risultati elettorali gli hanno dato ragione – Kühnert è tornato a far parlare di sé per aver contestato una politica che non prevede la “nazionalizzazione dei mezzi di produzione”, Bmw inclusa. Il dramma politico della Spd è di aver navigato a vista per almeno un decennio indecisa a tutto: se stare al governo, e con chi, oppure se rimanere all’opposizione. Mettendo insieme Schwan e Kühnert il partito pensa di compiere un’opera di sintesi rischiando invece di morire di strabismo.