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A Hong Kong i ragazzi assaltano il Parlamento

Eugenio Cau

I manifestanti usano una violenza mai vista. La polizia risponde, la crisi è più grave che mai

Da giorni continuano le manifestazioni contro il tentativo del governo locale di Hong Kong di emendare la legge sull’estradizione. Il governo guidato da Carrie Lam, chief executive della città, ha già sospeso la discussione della legge, ma ieri, giorno dell’anniversario della cessione di Hong Kong alla Cina da parte del Regno Unito, la situazione è degenerata. La polizia e migliaia di manifestanti si sono scontrati come mai era avvenuto prima davanti e dentro all’edificio tutto in vetro del Parlamento locale (il Legislative Council, che sui giornali e sui social network trovate indicato spesso con l’acronimo LegCo). Dopo ore di tensione e di stallo, i manifestanti hanno tentato l’assaltato al Palazzo, e quando sono riusciti a entrare, hanno vandalizzato l’edificio. Le proteste erano cominciate in giornata, quando i manifestanti si sono scontrati con la polizia davanti al luogo dove si teneva la cerimonia per il delicato anniversario, presieduta da Carrie Lam. Da lì, i manifestanti si sono spostati verso il LegCo, dove è cominciato uno stallo durato ore con la polizia. Fuori dall’edificio, un gruppo di manifestanti ha sfondato le vetrate del LegCo usando ogni strumento a disposizione, compreso un carrello di metallo per portare vivande, mentre la polizia all’interno faceva da scudo. Dopo ore di scontri, la polizia ha deciso di evacuare l’edificio, e i manifestanti sono entrati abbattendo le ultime vetrate. Hanno fatto irruzione nei corridoi e nell’Aula legislativa, hanno scritto slogan sui banchi dei parlamentari e imbrattato i ritratti delle autorità. Poco dopo, la polizia è tornata all’assalto con gas lacrimogeni, e ha annunciato che avrebbe usato un “livello appropriato di forza” per sgomberare l’edificio. Secondo il South China Morning Post i feriti sarebbero almeno 54.

 

Gli scontri di ieri sono un cambio di passo imprevisto nelle proteste di Hong Kong contro la legge sull’estradizione che darebbe alla Cina un potere indesiderato sulla città semiautonoma. Nel corso delle settimane, le manifestazioni hanno coinvolto milioni di persone, ma mai erano sfociate in questo livello di violenza. Il fallimento delle proteste pacifiche del 2014, forse, ha convinto alcuni gruppi di manifestanti ad adottare tecniche più dure, e questo ha provocato spaccature nel movimento tra oltranzisti e non violenti. Consapevoli che la protesta pacifica è inutile, i ragazzi di Hong Kong, almeno alcuni tra loro, stanno provando ad alzare la posta. E’ una mossa dettata dalla disperazione, che potrebbe essere controproducente. Potrebbe far perdere al movimento il sostegno della comunità del business, che finora si era schierata contro la legge sull’estradizione. Ma soprattutto potrebbe dare a Pechino la giustificazione per un intervento.

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  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.