Cinque risposte sul gran scandalo delle intercettazioni a Porto Rico
Il governatore dell'isola si è dimesso dopo la pubblicazione di intercettazioni scandalose (e piene di cose illegali). Cosa c'è scritto, chi le ha pubblicate e quali sono le conseguenze
Ha annunciato le sue dimissioni a partire dal 2 agosto “alle 5 della sera” il governatore di Porto Rico Ricardo “Ricky” Rosselló, dopo 12 giorni di proteste che lunedì avevano mandato in piazza mezzo milione di persone. Una cifra record, per un’isola che ha 3,7 milioni di abitanti.
A scatenare la rivolta finale è stato lo scandalo variamente definito Telegramgate, Chatgate o Rickyleaks. Quarant’anni, laurea al Mit, figlio di un altro governatore, esponente di quel Partito Nuovo Progressista che vuole fare di Porto Rico il 51esimo stato americano, in carica dal 2 gennaio del 2017, Rosselló si era reso subito impopolare per vari scandali e per la cattiva gestione delle conseguenze dell’Uragano María del settembre 2017, che aveva fatto 2.975 morti. Ma per oltre un anno il governo ne ha ammessi solo 64, fino a quando le proteste non lo hanno obbligato a nominare una commissione indipendente che ha fatto un altro conteggio. Nel maggio del 2017, inoltre, Porto Rico ha dichiarato un default da 70 miliardi di dollari.
Da dove arrivano le intercettazioni?
Lo scorso 13 luglio sono il Centro di Giornalismo Investigativo di Porto Rico ha pubblicato 889 messaggi intercorsi via Telegram tra il governatore e 11 suoi collaboratori, pieni di contenuti che hanno fatto inferocire un po’ tutti. Rosselló ha prima provato a chiedere scusa, spiegando che un certo tipo di linguaggio veniva usato semplicemente per smaltire goliardicamente la tensione in giornate di forte stress lavorativo. Ha poi promesso che non si sarebbe ricandidato, si è dimesso dalla presidenza del partito, ma infine ha ceduto quando mercoledì la Camera dei Rappresentanti ha istituito una Commissione di tre giuristi per esaminare se nelle chat non vi fossero reati. Nel frattempo si erano dimessi altri 14 esponenti e funzionari della sua amministrazione, tra cui gli altri 11 apparsi nella chat.
Chi ha pubblicato le intercettazioni?
La pubblicazione è venuta a opera di un Centro di Giornalismo Investigativo, tre giorni dopo che l’Fbi aveva arrestato due ex funzionari di Rosselló nell’ambito di una inchiesta federale su corruzione connessa a programmi di salute e educazione. Fondato 11 anni fa, il Centro si definisce come “una organizzazione di notizie senza fini di lucro che si basa sulle donazioni di lettori individuali, fondazioni e vendite di biglietti per eventi”. Ha 10 dipendenti a tempo pieno e vari freelance, e la sua importanza è cresciuta dopo gli scandali legati all’uragano María. Dice di aver ricevuto il materiale “da una fonte anonima”. A Porto Rico nel 1982 una sentenza del Tribunale Supremo dichiarò che l’accesso all’informazione pubblica è un diritto costituzionale, per cui nessuno ha fatto obiezioni sulla possibile legalità dell’intercettazione.
Cosa c'è scritto nelle intercettazioni?
I media internazionali si sono soffermati in particolare sui contenuti sessisti e omofobi. Ad esempio contro Carmen Yulín Cruz, sindaca del capoluogo San Juan, chiamata “puttana”, e di cui il segretario alle Finanze confessava Christian Sobrino che “sbavava per spararle”. O contro la pop star Rocky Martin, notoriamente gay, definito “talmente machista che si fotte gli uomini non considerando le donne alla sua altezza”, e che è infatti apparso tra i leader della protesta. Ma si faceva anche del pesante sarcasmo sulle vittime dell’uragano María, “ammucchiate” negli Istituti di Medicina Legale per mancanza di fondi e personale. Altri messaggi ammettevano intrallazzi, favoritismi e assegnazioni clientelari di appalti e contratti. E altri ancora insultavano funzionari e giornalisti.
Nei messaggi ci sono notizie di reato?
Martedì un giudice ha emesso un ordine di registro dei telefoni cellulari dei funzionari di governo coinvolti nella chat, con la presunzione che avessero potuto utilizzare quel canale per trasmettere informazione ufficiale e confidenziale a cittadini privati, in violazione alle “leggi etiche”.
Secondo la Commissione dei tre Giuristi nei leaks si configurerebbero ben cinque reati, di cui quattro gravi: malversazione di fondi pubblici, negligenza nel compimento dei propri doveri, sfruttamento illecito di lavori o servizi pubblici, violazione della “legge etica”. Il quinto, meno grave, sarebbe quello di “depravazione”.
Che conseguenze ha avuto la pubblicazione?
“Spero che questa decisione serva come richiamo alla riconciliazione dei cittadini”, ha detto Rosselló nel messaggio ai portoricani. In effetti con le dimissioni il processo di destituzione si è bloccato. Al suo posto andrà il segretario alla Giustizia Wanda Vázquez. La Vázquez ha risposto con un comunicato in cui parla della “miglior decisione che (Rosselló) potesse prendere, per il bene del paese e della sua famiglia”. Centinaia di persone hanno festeggiato per strada. Secondo Aníbal José Torres, il leader del rivale Partito Popolare Democratico, le dimissioni di Rosselló dovranno essere un deterrente per “coloro che pensano che il servizio pubblico e le cariche elettive possa consentire di abusare del potere, denigrare, disprezzare e rubare le risorse pubbliche”. Quanto al sindaco di San Juan Carmen Yulín Cruz, ha salutato su Twitter la vittoria “del popolo della nostra gente che senza colori, senza divisioni si sono uniti nel grido di giustizia e di speranza”.
Cosa c'è in gioco