Così Macron sgonfia le rivendicazioni dei gilet gialli e sale nei sondaggi
Proporzionale all’Assemblea nazionale, riduzione dei parlamentari: il secondo atto della presidenza inizia con questa riforma
Roma. Inizia il secondo atto, quello promesso dopo la stagione dei grand débat. Per Emmanuel Macron, che viene da un’estate frenetica che lo ha posto al centro dell’attenzione internazionale, è arrivato il momento delle riforme per “riappacificare la Francia”, ricucire quel legame tra i francesi e le istituzioni e impedire una nuova stagione di proteste gialle. Mercoledì il governo ha annunciato i punti più importanti di queste riforme: riduzione del numero dei parlamentari, introduzione del proporzionale alle legislative e una sostituzione del Senato anticipata al 2021. Queste norme, ha detto il ministro della Giustizia Nicole Belloubet, vogliono “incarnare il rinnovamento, la rivitalizzazione della nostra democrazia e sono la risposta a un’aspirazione di vicinanza ai consigli dei francesi”. I consigli sarebbero quelli emersi dal grand débat, durante quelle chiacchierare tra il presidente e i suoi cittadini, con i sindaci, le categorie di lavoratori, occhi negli occhi, per ore, a parlare dello stato della democrazia francese. I dibattiti gli fecero recuperare cinque punti di popolarità soltanto in una settimana, e da quegli appuntamenti Macron ha cercato di capitalizzare i rimproveri, i vantaggi e le proposte. Anche le legittimazioni, un modo per dire che qualsiasi cosa l’esecutivo proporrà di cambiare, sarà perché la democrazia francese non sta poi così bene, i gilet gialli e le violenze, le immagini di Parigi distrutta lo confermano, e le riforme proposte dal governo sono il frutto di questi dibattiti.
Nella riforma ci sono le basi per una parziale decentralizzazione del governo. Un quinto dei membri dell’Assemblea nazionale, il più importante dei due rami del Parlamento francese che gli elettori eleggono direttamente, ma in un’elezione separata rispetto a quella del presidente della Repubblica, verrebbe scelto con un sistema proporzionale dal 2022. “Così potremo garantire una migliore rappresentanza delle diverse tendenze politiche”, ha detto Nicole Belloubet in conferenza stampa. I deputati eletti su base proporzionale sarebbero quindi 87 su 433, attualmente i parlamentari che siedono nell’Assemblea nazionale sono 577, ma la riforma prevede anche una riduzione dei seggi. E’ dai senatori che il governo si aspetta una maggiore resistenza sia per la decisione di sciogliere il Senato prima del previsto, sia perché i seggi passerebbero da 348 a 261.
Non tutti erano d’accordo con il presidente francese durante la stagione dei gran débat, con i quali Macron è riuscito a riprendersi la scena rispetto ai gilet gialli. Ma il presidente francese sta cercando di liberarsi dalla fama di “presidente dei ricchi”, ha promesso anche di occuparsi della chiusura di scuole o ospedali in periferia, di voler ridurre le tasse, ma non ha abbandonato la sua idea di portare avanti riforme economiche per contrastare la disoccupazione e stimolare la crescita. Se questa è la sua strategia, i numeri continuano a dargli ragione: domenica scorsa, i sondaggi Ifop lo davano al 34 per cento, due punti sopra al mese di luglio, più di dieci rispetto al minimo storico del 23 per cento. La crisi dei gilet gialli sembra sempre più lontana.