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Perché Trump sta trattando i consumatori americani come un “misirizzi”

L’ultima serie di dazi sulle importazioni cinesi è entrata in vigore domenica scorsa, aumentando potenzialmente i prezzi pagati dagli americani per scarpe, articoli sportivi e altri beni di consumo

Roma. L’ultima serie di dazi dell’Amministrazione Trump sulle importazioni cinesi è entrata in vigore domenica scorsa, aumentando potenzialmente i prezzi pagati dagli americani per scarpe, articoli sportivi e altri beni di consumo. Le tariffe del 15 per cento si applicano a circa 112 miliardi di dollari di importazioni cinesi. In altre parole, oltre i due terzi dei beni di consumo importati dagli Stati Uniti dalla Cina sono ora soggetti a imposte più alte di prima. L’Amministrazione aveva evitato di colpire gli articoli di consumo nei primi round di aumenti delle tariffe. Ma con il probabile aumento dei prezzi di molti prodotti venduti al dettaglio, la mossa di Trump minaccia il motore principale dell’economia americana, cioè la capacità di spesa dei consumatori. C’è incertezza sugli effetti quantitativi sui beni di consumo. Secondo la banca svizzera Ubs, per gli articoli in cui le tariffe sono già state implementate, finora abbiamo visto un calo del 40 per cento in media delle importazioni soggetti a tariffe maggiorate. L’innalzamento dell’aliquota tariffaria potrebbe rendere proibitiva l’importazione di alcuni articoli con un declino dell’import in proporzione che però potrebbe portare a un ulteriore declino se le restanti importazioni venissero anch’esse intaccate.

 

L’economia americana è nel complesso solida, se non fosse per la guerra commerciale lo sarebbe di più. Ormai è diventato chiaro che tra Stati Uniti e Cina non si va verso una de-escalation del confronto ma verso una vera escalation. Questo, oltre agli effetti diretti dei dazi via via implementati, aggiunge incertezza al quadro macroeconomico mondiale e il costo dell’incertezza pesa sull’economia nazionale e sulla Borsa. I titoli quotati vanno bene ma l’aumento delle tariffe riduce la domanda e i margini di guadagno. In un recente rapporto, Ubs ha abbassato le sue stime degli utili per azione dei titoli americani di cui ha visibilità. Secondo Ubs, un possibile risultato è l’accelerazione del consolidamento nel settore delle vendite al dettaglio e la chiusura dei punti vendita. Secondo gli analisti della banca, l’economia americana finora si è comportata come un pupazzo “misirizzi”: è stata colpita con cazzotti sotto la cintura e finora si è sempre rialzata. Dipende da quanto resisterà.

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