“Get Ready for Brexit” sembra già uno slogan elettorale, ma svela sacrifici indicibili
Caratteri rosa e blu su sfondo bianco, un piano mediatico aggressivo, e dettagli rivelatori. I calcoli (anche con Farage) per l’eventuale voto
Roma. La campagna mediatica “Get Ready for Brexit” inaugurata dal governo britannico a inizio settimana è stata un’anteprima della strategia dei conservatori in vista delle eventuali elezioni, in cui rinnoveranno la promessa di uscire dall’Ue il 31 ottobre a ogni costo. Nelle strade di Londra sono comparsi i primi manifesti pubblicitari con lo slogan a caratteri rosa e blu su uno sfondo bianco, e in alto a destra la data di uscita, il 31 ottobre 2019. L’operazione architettata da Dominic Cummings, il braccio destro del premier Boris Johnson, costerà 100 milioni di sterline dei contribuenti e verrà reclamizzata anche in televisione, in rete e attraverso un sito creato dal governo per offrire consigli ai cittadini e alle aziende alle prese con la Brexit. Gli utenti devono rispondere ad alcune domande generiche in base alle quali verranno offerti suggerimenti personalizzati su come prepararsi all’uscita dall’Ue. Ad esempio, se sei uno studente europeo il portale ti consiglia di contattare la tua università per chiedere se intende continuare il programma Erasmus nel Regno Unito, e ti avverte che potresti non avere diritto all’assistenza sanitaria gratuita o ai prestiti statali per pagare la retta.
Il governo offre istruzioni dettagliate anche a chi dovrà viaggiare in Europa dopo la Brexit, indicando che la vita del turista britannico non sarà più facile come prima. Chi parte in aereo dovrà assicurarsi che il proprio passaporto non scada entro sei mesi. Invece gli automobilisti inglesi dovranno attraversare un lungo iter burocratico per ricevere un documento da mostrare ai funzionari di frontiera attestando di essere i legittimi proprietari del veicolo. Una volta arrivati in Europa, dovranno guidare con uno sticker con le iniziali GB appiccicato sul cofano dell’auto in aggiunta alla targa britannica, altrimenti verranno multati. Dopo la Brexit, sarà difficile anche viaggiare in Europa con i propri animali domestici, che dovranno superare alcuni controlli medici – la procedura potrebbe durare fino a quattro mesi, secondo il Guardian – per entrare nei paesi dell’Ue. Inoltre, i turisti britannici in Europa dovranno pagare il roaming sul loro telefono, che è gratuito solo per i cittadini degli stati membri dell’Ue. Il sito del governo, a differenza dei ministri, non parla delle straordinarie opportunità create dalla Brexit ma fa un riepilogo dei sacrifici che gli inglesi dovranno compiere dopo il 31 ottobre, e che saranno più gravosi in caso di no deal.
L’obiettivo iniziale della campagna mediatica era dimostrare all’Ue di essere determinati a uscire il prima possibile, sperando che il timore del no deal potesse convincere l’Unione a riaprire l’accordo negoziato da Theresa May. Ma a questo punto, l’operazione anticipa una campagna elettorale in cui, come spiega il decano dei sondaggisti inglesi John Curtice, la “priorità di Johnson sarà vincere il dibattito sulla Brexit agli occhi degli elettori euroscettici”.
I conservatori sono al primo posto nei sondaggi con il 33 per cento – seguiti dai laburisti con il 25 e i Lib-dem con il 18 –ma potrebbe non bastare per conquistare una maggioranza in Parlamento. Johnson soffre la concorrenza del Brexit Party, che negli ultimi mesi è sceso al 13 per cento ma minaccia di frammentare il voto degli euroscettici e di accusare il premier di essere troppo esitante verso l’ipotesi del no deal. “L’accordo di uscita (negoziato da Theresa May, ndr) non è Brexit, è un tradimento di ciò per cui hanno votato 17,4 milioni di elettori e se insisterai con l’accordo ti combatteremo in ogni singolo seggio”, ha detto Farage rivolto a Johnson la scorsa settimana in un comizio, intuendo che l’annuncio di nuove elezioni sarebbe stata una questione di giorni. Il leader del Brexit Party ha già presentato 150 candidati per il voto, girando varie città nel Regno Unito e seminando una serie di ultimatum per il primo ministro. “Se Johnson sceglie una Brexit pulita con il nostro appoggio, potremmo lavorare insieme e non ci fermerebbe più nessuno”, ha detto Farage in un’intervista a Politico.eu: “Lui avrebbe una maggioranza ampia e sarebbe un eroe.” L’alleanza strategica proposta da Farage sarebbe un altro rischio per Johnson, che non ha un buon rapporto col leader del Brexit Party, e che rischierebbe di allontanare definitivamente l’ala moderata del suo partito.